05/07/11

Ed ora il referendum sulla legge elettorale: “Io firmo. Riprendiamoci il voto”

Quando il parlamento non rappresenta più il popolo, l’unica possibilità per i cittadini è di far sentire la propria voce a colpi di referendum

Il successo dei referendum appena conclusi è una chiara avvisaglia di un contrasto d’intenti tra il popolo e il governo. L’Italia vuole una cosa, ma la classe politica se ne propone un’altra e se l’unico, o meglio l’ultimo, metodo per fermare l’attuazione di leggi canaglia è il voto popolare, allora che referendum sia.
Questa volta si cerca di modificare l’attuale legge elettorale, il cosiddetto ‘Porcellum’ in vigore dal 2006 e concretizzato principalmente da Calderoli, eliminando il premio di maggioranza, le liste bloccate, fissando una soglia di sbarramento unica al 4% ed eliminando l’indicazione del candidato premier. Queste, le misure correttive per ristabilire un equilibrio accettabile nel nostro sistema politico-istituzionale.

Per comprendere i disagi dell’attuale normativa elettorale non occorre chissà quale geniale intuizione. Il blocco delle liste, priva realmente gli elettori del diritto di scegliere i propri rappresentanti in parlamento. La clausola del premio di maggioranza concepita per ottenere maggiore governabilità con un’ampia maggioranza, in realtà oggi attribuisce tutto il potere decisionale ad una parte del parlamento ed è inoltre differente tra Camera e Senato. La soglia di sbarramento al 2% provoca un’eccessiva frammentazione, mentre aumentandola al 4% si otterrebbe la partecipazione di partiti politici più rappresentativi e saldi, nelle quali si unirebbero realmente le forze minori, evitando la confusione delle attuali coalizioni, stabili quanto un castello di sabbia. L’indicazione del candidato premier sulla scheda elettorale è una scelta che spetta rigorosamente al Presidente della Repubblica, come sancito dalla Costituzione, che deve deliberare in assoluta autonomia.

La campagna referendaria “Io firmo, riprendiamoci il voto” è stata lanciata giovedì scorso a Roma, dal Comitato per il Referendum sulla Legge Elettorale, promosso, tra gli altri, da Stefano Passigli, politologo ed ex parlamentare. Da oggi parte la raccolta firme, con l’obiettivo di raggiungere entro fine settembre le 500 mila sottoscrizioni necessarie per presentare il referendum alla Corte di Cassazione. I tempi sono necessariamente molto stretti: se entro il 30 settembre ci sono firme a sufficienza, la Cassazione potrà deliberare la validità dei quesiti referendari già il mese successivo, permettendo ai cittadini di votare nella primavera 2012.
Secondo il Comitato, la decisione di richiedere un referendum è inevitabile, giacché non sussiste nessun riscontro positivo dal parlamento circa la modifica del ‘Porcellum’: “Ogni tentativo di modifica della legge è destinato a fallire e l’unico modo per eliminarne i difetti è tagliare i quattro punti più discussi. Se il Parlamento riuscirà a trovare un accordo, tanto meglio” auspiacano i promotori dell’iniziativa, altrimenti “il referendum è inevitabile”.

Eleonora Pochi
Fonte: Fuori le Mura

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