23/06/11

Rapporto Istat: fotografia di un' Italia senza futuro

Dal rapporto annuale dell'ente nazionale di statistica, traspare un'economia che stenta a ripartire. Una ricetta per uscire dalla crisi non è ancora stata trovata, intanto aumentano disoccupazione e debito pubblico

Presentato il rapporto annuale Istat, cinque volumi che analizzano la situazione di imprese, famiglie, lavoro ed economia del nostro paese. Dai dati, come facilmente intuibile dalla quotidianità, si evince la fotografia di un'Italia infausta, in un contesto europeo che dal secondo dopoguerra non aveva mai toccato il fondo come ora. La grande recessione del ventunesimo secolo ha piegato il nostro paese, già indebitato e corrotto prima della crisi. Enrico Giovannini, presidente dell'istituto di statistica, ha tenuto a precisare però che “la ricchezza di cui dispongono le famiglie, un tessuto produttivo robusto e flessibile, l'ampio ricorso alla cassa integrazione, il rigore nella gestione del bilancio pubblico, le reti di aiuto informale sono gli elementi che spiegano perché la caduta del reddito prodotto, la più forte tra i grandi paesi industrializzati, non si è trasformata in una crisi sociale di ampie dimensioni”.
Almeno finora quel poco di ammortizzatori sociali hanno contenuto lo scoppiare di una profonda crisi sociale ed è proprio riflettendo sulle considerazioni di Giovannini che ci si chiede cosa succederà quando il temporaneo sostegno statale a disoccupati e cassaintegrati cesserà, dato che gli ammortizzatori sociali non vengono elargiti in eterno.

Dall'analisi emerge che nel biennio 2009-2010 501mila giovani sotto i trentanni hanno perso un impiego, sempre più donne sono escluse dal mercato del lavoro o costrette ad uscirne per sopperire alle carenze di assistenza statale: “Oltre la metà delle interruzioni del lavoro per la nascita di un figlio non è il risultato di una libera scelta. Sono infatti circa 800mila – si apprende dal rapporto - le madri che hanno dichiarato di essere state licenziate o messe in condizione di doversi dimettere, nel corso della loro vita lavorativa, a causa di una gravidanza".

Implementano la 'lista nera' un risparmio nazionale pari al 9,1% ed un tasso di crescita dello 0,1%, a causa di una paralisi dell'attività economica ed ovviamente della domanda di lavoro, insufficiente a riassorbire l'esercito di disoccupati, sempre più numeroso. Va da sé il calo di reddito e consumi.

Circa 15milioni di cittadini, un italiano su quattro, sono sulla soglia della povertà. Nel 2010 il 5,5% degli italiani non ha avuto soldi per comprare il cibo, oltre il 16% ha dovuto indebitarsi per arrivare a fine mese e l'11% non ha potuto curarsi per ragioni di mancanza di denaro.
Il presidente dell'Ente, conclude la presentazione del rapporto annuale, auspicando che sussistano “la coesione di intenti, la chiarezza degli obiettivi, la mobilitazione dell'opinione pubblica e della società civile , per affrontare i nodi esistenti e moltiplicare gli effetti benefici di decisioni coordinate."

Eleonora Pochi
Fonte: Parolibero

21/06/11

Battiquorum, defibrillatore di un'Italia malmessa

Il referendum ha significato una vera vittoria per il popolo, una boccata di democrazia nel mare dell'oligarchia che da anni non fa altro che affogare i diritti di milioni di cittadini


Finalmente ci si può rassicurare: tra le bollette a fine mese non ci sarà anche quella dell'acqua, tra l'altro calcolata in base alla remunerazione dei grandi investitori, e mancherà anche la radioattività ad avvelenarci. Inoltre si è data una bella spinta in tribunale a chi ha voluto usare ed abusare di leggi per evitare processi penali in nome di un ridicolo impedimento.
Subito dopo le 15.00 del 13 giugno, la diatriba politica ha invaso giornali e televisioni cercando, come oramai si fa da anni, di strumentalizzare perfino simili questioni, ricollegando il risultato ad una sconfitta della Destra da parte della Sinistra. Ebbene, si è esausti anche di questo. Il bene comune non ha colore politico, non si può rifilare la politica anche dove non si dovrebbe neanche accostarla, giacché la natura di questo referendum fortunatamente ne è discosta. Un grazie particolare va, in primis, ai Comitati promotori, che si sono fatti carico di una straordinaria lotta per i diritti comuni, grazie alla quale è stato possibile raggiungere il quorum.

“Abbiamo tenacemente portato avanti questo impegno – spiega il Comitato '2 sì per l'acqua bene comune' - perché crediamo che su un tema così cruciale per il futuro di tutti debba esserci consapevolezza e partecipazione. Il percorso non è stato facile: solo negli ultimi giorni abbiamo avvertito che la situazione si stava sbloccando, che l'ostilità nei confronti dei referendum era meno forte della voglia di partecipare e di esprimersi di una società che ha sempre meno possibilità ed occasione di farlo”.Quei 'pazzi' di Greenpeace, quegli indisponenti del Comitato per l'acqua, ma anche tutti i sostenitori, i giovani e meno giovani che hanno saputo rianimare un'Italia in coma, ragionare e comprendere che il profitto non può divorare anche questo. Il primo passo è stato fatto. Quel 57% necessita una doppia lettura. Se da una parte è un'illustre vittoria democratica, dall'altra ci si chiede come mai che per simili faccende il Paese non sia sceso più massicciamente in campo per difendere il bene comune. Ci levano l'acqua e ci avvelenano l'aria, ma al 43% degli italiani poco interessa. L'Italia deve imparare a reagire, tutta. Ed è grazie a quella parte sana che si continua a guardare in alto, sperando che il prima possibile da Milano a Palermo ci si risvegli dal torpore.

14/06/11

Italian-Israel Business Forum, gli affari prima di tutto

Ancora una volta, gli affari prima di tutto. Il 'restare umani' viene soffocato dal 'restare proficui' in nome del profitto e degli accordi politci

A partire dal 14 giugno, a Milano si terrà un importante incontro d'affari tra Israele e il nostro Paese. Saranno presenti oltre 600 imprenditori, il ministro dell'Industria e del Commercio israeliano, Shalom Simhon, e Paolo Romani, nostro ministro dello Sviluppo Economico. I temi oggetto dell'incontro saranno gestione idrica, nuovi media, sanità e sicurezza. Ebbene sì, sicurezza. I nostri business man saranno tutti orecchi per ascoltare e comprendere come la sicurezza israeliana, si sia guadagnata il podio nella classifica mondiale, grazie all'operazione di occupazione forzata della Palestina, nella quale rimane da anni. Un successone degno di champagne.

“Unexpected Israel” è il nome dell'evento che oltre a comprendere il forum economico, darà il via ad una settimana di manifestazioni culturali in nome della “Israele che non ti aspetti”. Peccato che in quanto alla politica adottata, lo Stato di Netanyahu lo conosciamo bene, purtroppo. Conferma la linea dura, il recente rifiuto da parte del capo di Stato israeliano verso la possibilità di intraprendere una trattativa di pace con il popolo palestinese. Questi signori esporranno la loro metodologia di successo, illustrando all'Italia il loro modello vincente di intelligence e strategie militari e proponendo, per voce di nove grandi aziende israeliane che parteciperanno al meeting, i loro prodotti a Milano.
Spiccano tra i nomi del business d'oltremare, la Magal S3, produttrice di sensori sotterranei utilizzati nelle barriere di sicurezza poste al confine del Paese, l'Athena e la J. Gordon Consulting Engineers specializzate in sicurezza militare ed ordine pubblico.

Nell'ultimo giorno della kermesse è previsto, tra le altre iniziative di contestazione, un corteo di protesta organizzato dai filo-palestinesi per manifestare il dissenso verso le politiche intraprese dallo stato ebraico. C'è una parte di persone contraria allo svolgimento dell'iniziativa, tutti quelli che cercano di contrastare l'attività militare israeliana, che ha razziato i Territori Occupati palestinesi, Gaza in primis. “Non si può festeggiare un Paese criminale”, queste le parole del Comitato varesino per la Palestina. Dopo il baciamano a Gheddafi, questa è l'ennesima vergogna italiana. Il governo israeliano è responsabile di crimini contro l'umanità e l'unica misura che si riesce ad intraprendere è l'organizzazione di una festosa kermesse in onore di un Paese che ha le mani e la coscienza sporche di sangue.

Eleonora Pochi
Fonte: Parolibero

06/06/11

Parte il countdown in vista dei referendum, l'imperativo è SI

L'esercizio di quella quasi dimenticata sovranità popolare è un legittimo diritto ed un dovere imprescindibile. Il 12 e 13 giugno votare SI è inevitabile per il bene del nostro paese

L'ultimo briciolo di democrazia rimasta all'Italia è proprio l'istituto del referendum, per mezzo del quale il popolo è chiamato direttamente ad esprimersi e decidere.
Rappresenta uno strumento fondamentale per il corpo elettorale, in quanto può determinare l'abrogazione di leggi ordinarie e non è quindi un controsenso, tanto per fare chiarezza, votare SI per dire NO. Si vota SI per abrogare e quindi per esprimere dissenso verso quanto stabilito da norme. Il 12 e 13 giugno gli italiani avranno la possibilità di deliberare su tre questioni: privatizzazione dell'acqua, costruzione di centrali nucleari e legittimo impedimento, tutte determinanti per il futuro del nostro paese e, nonostante i vili e ripetuti tentativi del governo di sabotare il referendum, la chiamata alle urne è confermata e consolidata dal parere positivo della Cassazione sul quesito del Nucleare.
Se l'Italia negli anni è stata smembrata di quasi tutto, dalla ricchezza ai valori morali, si può permettere che pure l'acqua sia privatizzata, lo spettro della radioattività incomba sulle nostre teste e che non si venga processati con la scusa di essere talmente impegnati a governare da non riuscire a trovare il tempo per farsi giudicare dalla legge?
I voti da esprimere sonoquattro, di cui due sull'acqua, uno sul nucleare ed il quarto sul legittimo impedimento.


Quesiti referendari sull'acqua
1. "Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica"; l'ultima normativa approvata dal Governo Berlusconi, stabilisce l'affidamento della gestione del servizio idrico a soggetti privati attraverso gara d'appalto o a società a capitale misto, pubblico-privato. Questa norma è finalizzata ad introdurre nel mercato società private. L'intento del referendum è di fermare il processo di privatizzazione, l'acqua è una risorsa pubblica. (Scheda rossa)
 

2. "Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito”; si vota per l'abrogazione parziale della norma, in particolare del comma 1, secondo il quale la determinazione delle tariffe per il servizio deve essere commisurata alla remunerazione del capitale investito. (Scheda gialla)
 

Quesito referendario sul nucleare

3. "Nuove centrali per la produzione di energia nucleare"; si vota per l'abrogazione parziale di norme, in particolare della parte riguardante “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” nella quale è prevista la realizzazione di impianti di produzione di energia nucleare. (Scheda grigia)




Quesito referendario sul legittimo impedimento

4. "Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale"; si vota per l'abrogazione delle norme che consentono al presidente del Consiglio o a un ministro imputato, di giustificare la propria assenza ad un'udienza penale che lo coinvolge. La natura di questa legge è riconducibile al Lodo Alfano, provvedimento giudicato incostituzionale dalla Corte Costituzionale, nel 2009. (Scheda verde)

Eleonora Pochi
Fonte: Parolibero