30/05/11

Stormtrap: l’intervista!


Era componente della crew  ‘Ramallah Underground’, ora ha intrapreso la sua strada per sviluppare molti progetti, attesi da tempo. Lui é Stormtrap, Mc e producer palestinese, tornato in Italia accompagnato da Hicham, il Dj, e Aras che suona il basso. Un trio timido ma determinato, riservato ma con molto da dire. Strormtrap originario di Ramallah, Hicham di Nablus ed Aras di Istambul si incontrano fuori dalla Palestina perché  le assurde regole imposte dall’occupazione israeliana non consentono loro di spostarsi liberamente nel loro paese. Dunque, in occasione della serata romana a sostegno del convoglio umanitario ‘Resriamo Umani’, diretto a Gaza abbiamo avuto il piacere di incontrarli. Mi avvicino a loro con una sfilza di domande, riguardano sia il rap che la situazione palestinese. Cosciente, tra l’altro, che ci sarebbe potuta essere un’alta probabilità che dopo la quarta o la quinta domanda, mi avessero mandato giustamente al diavolo, ma voglio far arrivare ai miei ‘compaesani’ più informazioni possibili sul loro rap ed una testimonianza diretta da chi vive laggiù. Cosi’ cominciamo a parlare. Una lunga ed interessante chiacchierata ci ha permesso di affrontare tutti i quesiti preparati, risposti da Stromtrap con molto interesse e gentilezza.
Vale la pena leggere quanto riportato di seguito, poiché dalle parole di Stromtrap s’evince molto, soprattutto lo splendido legame che vige tra rap, emozioni, speranza e amarezza, disillusione, lotta per i propri diritti, coraggio di dire le cose come stanno.


Ciao Stormtrap, anzitutto bentornato in Italia, questa volta da solo! Dunque raccontaci come e quando è nata la tua passione per il rap e la nascita di Ramallah Underground, attualmente sciolti.

Ho cominciato ad ascoltare rap nel periodo in cui mi trovavo in America, quando da noi il genere ancora non era molto diffuso. Tornando nel mondo arabo, la mia passione verso questo genere crebbe e diventò un necessario mezzo d’espressione con l’esplosione della seconda intifada. Non avevo mezzi a disposizione per produrre e comporre musica, quindi ho iniziato con un computer, un foglio, una penna e tante emozioni. Scrivevo ciò che accadeva quotidianamente nella mia città, Ramallah, in particolare durante l’assedio israeliano.
Con Boikutt e in seguito con Aswatt  ideammo un sito: Ramallah Underground, che raccoglieva reportage fotografici e musica che documentavano la situazione del nostro paese.
Da lì venne quasi naturale la trasformazione del progetto in una crew, cominciammo ad esibirci e pian piano a farci conoscere. Dal 2010 abbiamo deciso di dare precedenza ai nostri percorsi individuali, progetti solisti che ognuno di noi aveva in cantiere…per questo quest’anno presento miei lavori, accompagnato da Hicham ai dischi ed Aras al basso.

Dunque un’importante novità!…Qual’è il messaggio che la tua musica vuole trasmettere?

Diciamo che comprende molti argomenti. Sicuramente tocca la situazione politica vissuta in Palestina, soprattutto in relazione alle molte difficoltà e sofferenze affrontate dal popolo palestinese, tra check-point e impedimenti vari. C’è anche un aspetto sociale che traspare dai miei testi, una critica alla società palestinese attuale, che sembra aver perso alcuni importanti legami storici e tradizionali a causa di un cambiamento sociale costante.

A Ramallah ci sono molti ragazzi che ti supportano, ma quali sono le difficoltà, se ci sono, che s’incontrano nello sviluppare un progetto come il tuo?

Uno dei problemi maggiori che riscontriamo è che gli spostamenti sono molto difficili. Non possiamo incontrarci con altri rapper, producer, artisti, amici. In questa situazione, Internet è l’unica scelta. Ci si parla attraverso un computer e qualche volta ci si riesce ad incontrare all’estero. Immagina quanto è brutto non potersi incontrare nel proprio paese…

Anche se in questo momento la crew Ramallah Underground non è all’attivo, volevo farti una domanda al riguardo, dato che qui in Italia se n’è saputo poco, purtroppo. ‘Periferico’ è uno splendido disco, nel quale anche Boikutt, in rappresentanza della Palestina, ha dato il suo contributo con la track “Taht il Ankad”. Come ti dicevo, anche essendo un lavoro uscito nel 2007 qui non è molto conosciuto, causa scarsa informazione. In virtù del ‘meglio tardi che mai’ vorrei cogliere l’occasione per far arrivare ai lettori qualche informazione su un disco molto speciale. Puoi spiegarmi il senso di quel lavoro, realizzato con il contributo di 15 lodevoli artisti internazionali?

Certo, è un bellissimo lavoro al quale abbiamo preso parte. ‘Periferico’ è stato una grande occasione d’unione, il messaggio che voleva trasmettere, di accendere un riflettore sull’arte della ‘periferia’ del  mondo, è stato amplificato grazie alla presenza di molti artisti. Unione e confronto, sono fondamentali…Anche l’intervista che stai facendo è un forte metodo per trasmettere un messaggio!

Grazie Stromtrap!…Ma le tue parole sono cio’ che contano veramente, più che la mia intervista!Volevo chiederti,ora quali sono i tuoi progetti futuri?

Sto lavorando all’elaborazione di un ep che sarà disponibile in free-dowload. Pian piano arricchirò  questo lavoro iniziale trasformandolo in un vero e proprio album. Parallelamente sono occupato nella realizzazione di un film-documentario, con l’essenziale aiuto di un regista, che racconta la vita di artisti, dentro e fuori la Palestina.

Quando sarà pronto l’ep in download?
Se Dio vuole, fra due mesi!…

Con quale artista o gruppo ti piacerebbe collaborare?

Sono tanti gli artisti con i quali aspiro a collaborare, in particolare con alcune crew palestinesi con i quali sono in contatto tramite Internet ma non siamo mai riusciti ad incontrarci personalmente. Idem in riguardo a parecchi rapper di Gaza. Nonostante tutto, stiamo cercando di trovare un modo per realizzare collaborazioni attraverso la rete.

Stormtrap puoi raccontarci qualcosa in merito della scena hip hop palestinese?

L’hip hop in Palestina ha cominciato a diffondersi intorno al 2000, prima non era molto
conosciuto, ma nonostante la sua giovane età, ad oggi è molto praticato in Palestina. Non trovi un paese, anche il più piccolo, nel quale non incontri un mc, una crew, un producer…Questo è bellissimo.

Bansky a Betlemme
C’è un approccio al writing così come al rap?

I graffiti ricoprono la quasi totalità delle mura palestinesi! Ricordo con molto piacere la visita palestinese di Banksy, nella West Bank. Con la sua leggendaria bravura ed originalità ha incoraggiato molti giovani writer palestinesi.

Hai sentito parlare de ‘El Généràl’ rapper tunisino voce della recente rivolta? Rispecchia un po’ la mission particolare ed ambiziosa che il rap ha in casi come il suo e come il tuo: cercare di ‘Risvegliare le coscienze’ e contrastare l’oppressione.  Cosa implica questo compito?

E’ un compito molto arduo. Quando ho cominciato a fare rap non avrei mai immaginato che la musica potesse arrivare ad infondere un messaggio così forte e generare un simile effetto, invece con le rivolte che hanno investito e stanno investendo tuttora il mondo arabo, mi sono reso conto di questo. El Général ha avuto un ruolo rilevante nella rivolta in Tunisia e sarà esempio per molti artisti della sfera araba che nasceranno nei prossimi anni, soprattutto perchè le nuove generazioni non hanno più paura di parlare, lo fanno con più coraggio.

Che aria si respira a Ramallah?Che ne pensi del recente accordo tra Abu Mazen e Hamas?

Sicuramente senza la caduta del regime di Mubarak in Egitto, nessuno avrebbe immaginato la conclusione di questo tanto sospirato accordo. L’unità è sempre stata la più grande aspirazione del popolo palestinese in quanto prima di reclamare libertà dall’occupazione israeliana il passo più importante da compiere era l’unità del nostro popolo.
Ci auguriamo che il governo che verrà grazie al patto siglato tra Hamas, Fatah e le altre fazioni sia rappresentativo di tutto il popolo palestinese, di Gaza, Cisgiordania, palestinesi all’estero coinvolti nella diaspora, costretti nei campi profughi in Libano e Siria. Questo renderebbe il governo stabile ed autoritario abbastanza da trattare e raggiungere la pace con Israele. Ciò non è mai stato reso possibile, ed è il nostro sogno.

Anche il nostro… Speriamo bene ragazzi. Invece in merito a Gaza, cosa mi dici? Ci sei mai stato?

La mia ‘carta d’identità’, se così può essere definita, rende già difficili gli spostamenti in Cisgiordania, perciò intraprendere un viaggio verso Gaza è impossibile.
Hicham, Dj : Io sono di Nablus e nonostante sia a pochi chilometri dalla città di Stormtrap, purtroppo, non sono mai riuscito a raggiungerlo né tanto meno ad entrare in Palestina.
Stormtrap, avete suonato su palchi internazionali. Ce n’è uno che vi ha emozionato di più?
Londra! Sono molto solidali ed organizzano assiduamente eventi informativi e di supporto per la Palestina. Siamo stati invitati più di una volta, supportati da moltissima gente! D’altro canto, ci sono molti volontari inglesi che vengono nei territori occupati palestinesi. Tutto questo dimostra che loro conoscono o, meglio, sono messi in grado di conoscere di più la questione palestinese rispetto altri paesi.

Vi è mai capitato di ascoltare qualcosa di rap italiano?
Boikutt ha avuto modo di collaborare in un disco di Bonnots, degli Assalti Frontali. Sono molto bravi!  Per il resto abbiamo ascoltato i ragazzi che hanno diviso il palco con noi nelle nostre date italiane, tantissima energia trasmessa dai loro flow, ma purtroppo non capiamo i testi e questo nel rap è un handicap!

Spero che l’Italia abbia il piacere e l’onore di rivedervi di nuovo ragazzi, vi ringrazio di cuore per la gentilezza e la disponibilità! Ora un messaggio libero, per dire quello che volete a chi dall’Italia e dal mondo vi conosce e vi supporta…

Anzitutto è un grande onore per me e per noi essere qui n Italia. Ogni volta che sono venuto in questo paese è stato un bellissimo viaggio, la gente è molto ospitale e sin dalla prima volta siamo stati accolti come fossimo a casa nostra. Un ringraziamento particolare va a coloro che si adoperano per la Palestina ed anche un invito a lavorare di più. Devi sapere che quando qualcuno lavora per la questione palestinese, incoraggia anche noi a fare meglio e di più! Ci dà speranza. Noi palestinesi saremmo contenti ed onorati di aiutare il vostro popolo in qualcosa qualora ce ne fosse la necessità…

Beh, una cosetta ci sarebbe…

Ah si? Diccela subito!

Liberarci da Berlusconi!

Hai ragione!…Ogni paese ha i suoi problemi! Noi Israele, voi Berlusconi!

E’ un piacere, per me che seguo sia la questione palestinese che l’hip hop, ascoltare la vostra musica e sapere le vostre opinioni, soprattutto essere testimone della vostra grande forza interiore. Un piacere condiviso da molti miei connazionali.

Piacere nostro, ringraziamo tutti gli italiani e te per ciò che fai! Beh non potrebbe essere altrimenti…la nostra musica è intrinsecamente legata alla questione politica e sociale palestinese…

Stormtrap, prima di salutarti volevo chiederti se hai mai sentito parlare di Vittorio Arrigoni.

Nutro un grande rispetto per Vittorio. La prima volta che abbiamo sentito parlare di lui è stata a Londra, dove vedemmo un suo documentario. Dopo quel giorno, mi sono informato ed interessato alla sua attività, seguendolo assiduamente. Quando è stato assassinato, per noi tutti è stato uno shock. Un velo nero ed amaro steso sulla Palestina. Io so che Gaza lo amava e senza dubbio i suoi assassini non rappresentano neanche un pizzico del popolo palestinese. Non dobbiamo dimenticare la sua morte, ma prendere esempio da lui. La sua umanità ci ha insegnato molto ed è una grande lezione di vita che ci permette di andare avanti. Proseguiamo il suo messaggio di ‘Restare umani’.

Eleonora Pochi
Fonte: Moodmagazine

26/05/11

Referendum: COME, QUANDO e PERCHE' VOTARE


IL REFERENDUM DEL 12 GIUGNO CHIAMA AL VOTO I CITTADINI SU TRE QUESTIONI:
  • PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA
  • NUCLEARE
  • LEGITTIMO IMPEDIMENTO
BISOGNA ROMPERE IL VERGOGNOSO SILENZIO MEDIATICO E POLITICO INTORNO AL REFERENDUM ED IMPEDIRE CHE IL VILE TENTATIVO DEL DECRETO OMNIBUS DI FARCI 'FESSI E CONTENTI' VADA A BUON FINE.
E' FONDAMENTALE UTILIZZARE INTERNET PER DIFFONDERE INFORMAZIONI SUL VOTO DEL 12 E 13 GIUGNO. 
SE NON SEI  D'ACCORDO SU QUESTI TRE PUNTI DEVI VOTARE SI PER DIRE NO A QUESTE ASSURDITA'.
TRE PUNTI DA SALVAGUARDARE
L’acqua è una risorsa pubblica
Le centrali nucleari non occorrono al nostro paese
La legge è uguale per tutti

Di seguito, i quesiti integrali dei referendum del 12-13 giugno

Primo quesito (Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Abrogazione):
Volete Voi che sia abrogato l’art. 23-bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e finanza la perequazione tributaria”, convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n. 133, come modificato dall’art. 30, comma 26, della legge 23 luglio 2009, n. 99, recante “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia”, e dall’art. 15 del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea”, convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n. 166, nel testo risultante a seguito della sentenza n. 325 del 2010 della Corte costituzionale?

Secondo quesito (Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma):
Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, limitatamente alla seguente parte: “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”?

Terzo quesito (Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme):
Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni e integrazioni successive, recante “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e perequazione tributaria”, limitatamente alle seguenti parti:
art. 7, comma 1, lettera d: “d) realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare;”; nonché la legge 23 luglio 2009, n. 99, nel testo risultante per effetto di modificazioni e integrazioni successive, recante “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia”, limitatamente alle seguenti parti: art. 25, comma 1, limitatamente alle parole: “della localizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare,”; art. 25, comma 1, limitatamente alle parole: “Con i medesimi decreti sono altresì stabiliti le procedure autorizzative e i requisiti soggettivi per lo svolgimento delle attività di costruzione, di esercizio e di disattivazione degli impianti di cui al primo periodo.”; art. 25, comma 2, lettera c), limitatamente alle parole: “, con oneri a carico delle imprese coinvolte nella costruzione o nell’esercizio degli impianti e delle strutture, alle quali è fatto divieto di trasferire tali oneri a carico degli utenti finali”; art. 25, comma 2, lettera d), limitatamente alle parole: “che i titolari di autorizzazioni di attività devono adottare”; art. 25, comma 2, lettera g), limitatamente alle parole: “la costruzione e l’esercizio di impianti per la produzione di energia elettrica nucleare e di impianti per”; art. 25, comma 2, lettera g), limitatamente alla particella “per” che segue le parole “dei rifiuti radioattivi o”; art. 25, comma 2, lettera i): “i) previsione che le approvazioni relative ai requisiti e alle specifiche tecniche degli impianti nucleari, già concesse negli ultimi dieci anni dalle Autorità competenti di Paesi membri dell’Agenzia per l’energia nucleare dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (AENOCSE) o dalle autorità competenti di Paesi con i quali siano definiti accordi bilaterali di cooperazione tecnologica e industriale nel settore nucleare, siano considerate valide in Italia, previa approvazione dell’Agenzia per la sicurezza nucleare;”; art. 25, comma 2, lettera l), limitatamente alle parole: “gli oneri relativi ai”; art. 25, comma 2, lettera l), limitatamente alle parole: “a titolo oneroso a carico degli esercenti le attività nucleari e possano essere”; art. 25, comma 2, lettera n): “n) previsione delle modalità attraverso le quali i produttori di energia elettrica nucleare dovranno provvedere alla costituzione di un fondo per il «decommissioning»;”; art. 25, comma 2, lettera o), limitatamente alla virgola che segue le parole “per le popolazioni”; art. 25, comma 2, lettera o), limitatamente alle parole: “, al fine di creare le condizioni idonee per l’esecuzione degli interventi e per la gestione degli impianti”; art. 25, comma 2, lettera q): “q) previsione, nell’ambito delle risorse di bilancio disponibili allo scopo, di un’opportuna campagna di informazione alla popolazione italiana sull’energia nucleare, con particolare riferimento alla sua sicurezza e alla sua economicità.”; art. 25, comma 3: “Nei giudizi davanti agli organi di giustizia amministrativa che comunque riguardino le procedure di progettazione, approvazione e realizzazione delle opere, infrastrutture e insediamenti produttivi concernenti il settore dell’energia nucleare e relative attività di espropriazione, occupazione e asservimento si applicano le disposizioni di cui all’art. 246 del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163.”; art. 25, comma 4: “4. Al comma 4 dell’articolo 11 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, dopo le parole: «fonti energetiche rinnovabili» sono inserite le seguenti: «, energia nucleare prodotta sul territorio nazionale».”; art. 26; art. 29, comma 1, limitatamente alle parole: “gli impieghi pacifici dell’energia nucleare,”; art. 29, comma 1, limitatamente alle parole: “sia da impianti di produzione di elettricità sia”; art. 29, comma 1, limitatamente alle parole: “costruzione, l’esercizio e la”; art. 29, comma 4, limitatamente alle parole: “nell’ambito di priorità e indirizzi di politica energetica nazionale e”; art. 29, comma 5, lettera c), limitatamente alle parole: “sugli impianti nucleari nazionali e loro infrastrutture,”; art. 29, comma 5, lettera e), limitatamente alle parole: “del progetto, della costruzione e dell’esercizio degli impianti nucleari, nonché delle infrastrutture pertinenziali,”; art. 29, comma 5, lettera g), limitatamente alle parole: “, diffidare i titolari delle autorizzazioni”; art. 29, comma 5, lettera g), limitatamente alle parole: “da parte dei medesimi soggetti”; art. 29, comma 5, lettera g), limitatamente alle parole: “di cui alle autorizzazioni”; art. 29, comma 5, lettera g), limitatamente alla parola: “medesime”; art. 29, comma 5, lettera h): “h) l’Agenzia informa il pubblico con trasparenza circa gli effetti sulla popolazione e sull’ambiente delle radiazioni ionizzanti dovuti alle operazioni degli impianti nucleari e all’utilizzo delle tecnologie nucleari, sia in situazioni ordinarie che straordinarie;”; art. 29, comma 5, lettera i), limitatamente alle parole: “all’esercizio o”; art. 133, comma 1, lettera o) del d.lgs. 2 luglio 2010, n. 104 limitatamente alle parole “ivi comprese quelle inerenti l’energia di fonte nucleare”; nonché il decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31, nel testo risultante per effetto di modificazioni e integrazioni successive, recante “Disciplina della localizzazione, della realizzazione e dell’esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché misure compensative e campagne informative al pubblico, a norma dell’art. 25 della legge 23 luglio 2009, n. 99″, limitatamente alle seguenti parti: il titolo del decreto legislativo, limitatamente alle parole: “della localizzazione, della realizzazione e dell’esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare,”; il titolo del decreto legislativo, limitatamente alle parole: “e campagne informative al pubblico”; art. 1, comma 1, limitatamente alle parole: “della disciplina della localizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare,”; art. 1, comma 1, lettera a): “a) le procedure autorizzative e i requisiti soggettivi degli operatori per lo svolgimento nel territorio nazionale delle attività di costruzione, di esercizio e di disattivazione degli impianti di cui all’art. 2, comma 1, lettera e), nonché per l’esercizio delle strutture per lo stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi ubicate nello stesso sito dei suddetti impianti e a essi direttamente connesse;”; art. 1, comma 1, lettera b): “b) il Fondo per la disattivazione degli impianti nucleari;”; art. 1, comma 1, lettera c): “c) le misure compensative relative alle attività di costruzione e di esercizio degli impianti di cui alla lettera a), da corrispondere in favore delle persone residenti, delle imprese operanti nel territorio circostante il sito e degli enti locali interessati;”; art. 1, comma 1, lettera d), limitatamente alle parole: “e future”; art. 1, comma 1, lettera g): “g) un programma per la definizione e la realizzazione di una “Campagna di informazione nazionale in materia di produzione di energia elettrica da fonte nucleare”;”; art. 1, comma 1, lettera h): “h) le sanzioni irrogabili in caso di violazione delle norme prescrittive di cui al presente decreto.”; art. 2, comma 1, lettera b): “b) “area idonea” è la porzione di territorio nazionale rispondente alle caratteristiche ambientali e tecniche e ai relativi parametri di riferimento che qualificano l’idoneità all’insediamento di impianti nucleari;”; art. 2, comma 1, lettera c): “c) “sito” è la porzione dell’area idonea che viene certificata per l’insediamento di uno o più impianti nucleari;”; art. 2, comma 1, lettera e): “e) “impianti nucleari” sono gli impianti di produzione di energia elettrica di origine nucleare e gli impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, realizzati nei siti, comprensivi delle opere connesse e delle relative pertinenze, ivi comprese le strutture ubicate nello stesso sito per lo stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi direttamente connesse all’impianto nucleare, le infrastrutture indispensabili all’esercizio degli stessi, le opere di sviluppo e adeguamento della rete elettrica di trasmissione nazionale necessarie all’immissione in rete dell’energia prodotta, le eventuali vie di accesso specifiche;”; art. 2, comma 1, lettera f): “f) “operatore” è la persona fisica o giuridica o il consorzio di persone fisiche o giuridiche che manifesta l’interesse ovvero è titolare di autorizzazione alla realizzazione ed esercizio di un impianto nucleare;”; art. 2, comma 1, lettera i), limitatamente alle parole: “dall’esercizio di impianti nucleari, compresi i rifiuti derivanti”; art. 3, comma 1, limitatamente alle parole: “, con il quale sono delineati gli obiettivi strategici in materia nucleare, tra i quali, in via prioritaria, la protezione dalle radiazioni ionizzanti e la sicurezza nucleare”; art. 3, comma 1, limitatamente alle parole: “la potenza complessiva e i tempi attesi di costruzione e di messa in esercizio degli impianti nucleari da realizzare,”; art. 3, comma 1, limitatamente alle parole: “valuta il contributo dell’energia nucleare in termini di sicurezza e diversificazione energetica,”; art. 3, comma 1, limitatamente alle parole: “, benefici economici e sociali e delinea le linee guida del processo di realizzazione”; art. 3, comma 2: “2. La Strategia nucleare costituisce parte integrante della strategia energetica nazionale di cui all’art. 7 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.”; art. 3, comma 1, lettera a): “a) l’affidabilità dell’energia nucleare, in termini di sicurezza nucleare ambientale e degli impianti, di eventuale impatto sulla radioprotezione della popolazione e nei confronti dei rischi di proliferazione;”; art. 3, comma 3, lettera b): “b) i benefici, in termini di sicurezza degli approvvigionamenti, derivanti dall’introduzione di una quota significativa di energia nucleare nel contesto energetico nazionale;”; art. 3, comma 3, lettera c): “c) gli obiettivi di capacità di potenza elettrica che si intende installare in rapporto ai fabbisogni energetici nazionali e i relativi archi temporali;”; art. 3, comma 3, lettera d): “d) il contributo che si intende apportare, attraverso il ricorso all’energia nucleare, in quanto tecnologia a basso tenore di carbonio, al raggiungimento degli obiettivi ambientali assunti in sede europea nell’ambito del pacchetto clima energia nonché alla riduzione degli inquinanti chimico-fisici;”; art. 3, comma 3, lettera e): “e) il sistema di alleanze e cooperazioni internazionali e la capacità dell’industria nazionale e internazionale di soddisfare gli obiettivi del programma;”; art. 3, comma 3, lettera f): “f) gli orientamenti sulle modalità realizzative tali da conseguire obiettivi di efficienza nei tempi e nei costi e fornire strumenti di garanzia, anche attraverso la formulazione o la previsione di emanazione di specifici indirizzi;”; art. 3, comma 3, lettera g), limitatamente alle parole: “impianti a fine vita, per i nuovi insediamenti e per gli”; art. 3, comma 3, lettera h): “h) i benefici attesi per il sistema industriale italiano e i parametri delle compensazioni per popolazione e sistema delle imprese;”; art. 3, comma 3, lettera i): “i) la capacità di trasmissione della rete elettrica nazionale, con l’eventuale proposta di adeguamenti della stessa al fine di soddisfare l’obiettivo prefissato di potenza da installare;”; art. 3, comma 3, lettera l): “l) gli obiettivi in materia di approvvigionamento, trattamento e arricchimento del combustibile nucleare.”; l’intero Titolo II, rubricato “Procedimento unico per la localizzazione, la costruzione e l’esercizio degli impianti nucleari; disposizioni sui benefici economici per le persone residenti, gli enti locali e le imprese; disposizioni sulla disattivazione degli impianti”, contenente gli artt. da 4 a 24; art. 26, comma 1, limitatamente alle parole: “della disattivazione”; art. 26, comma 1, lettera d), limitatamente alle parole: “riceve dagli operatori interessati al trattamento e allo smaltimento dei rifiuti radioattivi il corrispettivo per le attività di cui all’art. 27, con modalità e secondo tariffe stabilite con decreto del Ministero dello sviluppo economico di concerto con il Ministero dell’economia e finanze, ed”; art. 26, comma 1, lettera d), limitatamente alle parole: “, calcolate ai sensi dell’art. 29 del presente decreto legislativo”; art. 26, comma 1, lettera e), limitatamente alle parole: “, al fine di creare le condizioni idonee per l’esecuzione degli interventi e per la gestione degli impianti”; art. 27, comma 1, limitatamente alle parole: “e sulla base delle valutazioni derivanti dal procedimento di Valutazione Ambientale Strategica di cui all’art. 9″; art. 27, comma 4, limitatamente alle parole: “, comma 2″; art. 27, comma 10, limitatamente alle parole: “Si applica quanto previsto dall’art. 12.”; art. 29; art. 30, comma 1, limitatamente alle parole: “riferito ai rifiuti radioattivi rinvenienti dalle attività disciplinate dal Titolo II del presente decreto legislativo e uno riferito ai rifiuti radioattivi rinvenienti dalle attività disciplinate da norme precedenti”; art. 30, comma 2: “2. Per quanto concerne i rifiuti radioattivi derivanti dalle attività disciplinate dal Titolo II del presente decreto legislativo, il contributo di cui al comma 1 è posto a carico della Sogin SpA secondo criteri definiti con decreto del Ministro dello Sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’ambiente e la tutela del territorio e del mare e con il Ministro dell’economia e finanze che tiene conto del volume complessivo e del contenuto di radioattività. Tale contributo è ripartito secondo quanto previsto all’art. 23 comma 4.”; art. 30, comma 3: “3. La disposizione di cui al comma 2 non si applica ai rifiuti radioattivi derivanti da attività già esaurite al momento dell’entrata in vigore del presente decreto, per i quali rimane ferma la disciplina di cui all’art. 4 del decreto-legge 14 novembre 2003, n. 314, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 dicembre 2003, n. 368, così come modificato dall’art. 7-ter del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 208, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009, n 13.”; l’intero Titolo IV, rubricato “Campagna di informazione”, contenente gli artt. 31 e 32; art. 33; art. 34;
art. 35, comma 1: “1. Sono abrogate le seguenti disposizioni di legge: a) articolo 10 della legge 31 dicembre 1962, n. 1860; b) articoli 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 20, 22 e 23 della legge 2 agosto 1975, n. 393.”


Quarto quesito (Abrogazione della legge 7 aprile 2010, n. 51 in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale):
Volete voi che siano abrogati l’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5 e 6, nonché l’articolo 2, della legge 7 aprile 2010, n. 51, recante “Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza”?

17/05/11

L'Intifada della libertà, a Gaza il convoglio 'Restiamo Umani'

Attivisti giunti nella striscia per commemorare Vittorio Arrigoni, mostrare sostegno alla popolazione palestinese e raccogliere informazioni e testimonianze. Nel frattempo, numerose manifestazioni pacifiche in tutta la Palestina sono state represse dalle forze armate israeliane


Il 12 maggio è riuscito a giungere a Gaza, passando per il valico egiziano di Rafah, il convoglio umanitario 'Restiamo Umani', in commemorazione di Vittorio Arrigoni, cooperante brutalmente assassinato il 15 aprile scorso.
La giornata di ieri, 15 maggio, in occasione della Naqba, ha intensificato l’intifada per la libertà, coinvolgendo ogni angolo di Palestina. Rincuorati e incoraggiati dall'arrivo degli ottanta attivisti italiani e internazionali, i cittadini gazesi hanno deciso di manifestare pacificamente spingendosi fino il valico di Eretz, confine tra Gaza e Israele. Gli operatori del convoglio però, sono stati bloccati poco prima del valico dal servizio d'ordine di Hamas, che impediva in particolare ai dimostranti stranieri, di raggiungere il check-point. I palestinesi hanno continuato fino alla zona cuscinetto.
“Erez rappresenta il modo in cui Israele ci impedisce di uscire e rientrare a Gaza – racconta un manifestante gazese alle telecamere del convoglio-, a nessuno è concesso di attraversare questo valico se gli israeliani non sono d'accordo. Vogliamo rimuoverlo perché è uno degli strumenti di Israele che rende le nostre vite davvero insopportabili”. Il check-point di Erez è stato teatro di duri scontri, l’esercito israeliano ha aperto il fuoco sulla folla, provocando la morte di due palestinesi, di cui un giornalista locale e quasi 70 feriti. In tutti i territori palestinesi occupati, le forze armate di Netanyahu hanno represso ferocemente le manifestazioni. Il bilancio è di 13 palestinesi uccisi, quasi duecento i feriti. Il convoglio, oltre che commemorare Vittorio Arrigoni, ha l'obiettivo di incontrare la popolazione gazese, costretta nella morsa dell'occupazione israeliana per documentare e diffondere più informazioni possibili.

Tra le prossime iniziative intraprese dagli attivisti della striscia, quella di accompagnare i pescatori gazesi oltre il limite imposto dalla marina israeliana, restrizione adottata nonostante la legge internazionale prevedesse disposizioni ben diverse. “Secondo gli accordi di Oslo i pescatori palestinesi possono utilizzare fino venti miglia di mare – spiega Mafuz Kabariti, membro della "fisherman and marine sport association" -, ma questo non è mai successo e gli israeliani hanno concesso loro solo dodici miglia, ridotte prima a dieci, poi a sette in seguito alla situazione politica. Dopo la guerra nella quale Israele ha attaccato Gaza, la linea di pesca è stata limitata a tre miglia dalla costa. Quest'area non è abbastanza per tutta la popolazione, per tutta quella gente che aveva perso il loro lavoro e si dedicava alla pesca per sfamare la propria famiglia. Non credo – continua Kabariti in una video intervista pubblicata sul sito del convoglio-, che questa sia una decisione intrapresa da Israele per motivi di sicurezza, ma sembra più una punizione collettiva per i palestinesi.
Non c'è media che racconti ciò che gli israeliani fanno ai palestinesi in mare, quando tentano di superare le tre miglia l'unico linguaggio utilizzato per impedirglielo è quello delle armi. Molte persone sono state ferite ed uccise durante gli attacchi degli israeliani. Stiamo pianificando di andare con i pescatori palestinesi per violare il limite delle 7 miglia, per permettere loro di andare oltre, fino a 10 miglia per pescare”. Conclude così l'attivista locale: “ Abbiamo perso il corpo di Vittorio, ma le sue idee vivono e vivranno sempre in noi. Eravamo molto felici quando lui era a Gaza, il suo 'Restiamo Umani' ha avuto un forte impatto sulla Palestina”.

Eleonora Pochi
Fonte: Parolibero

Accordo Fatah-Hamas, epilogo dell'occupazione israeliana

Dopo quattro anni di divisioni, la Palestina è tornata a rincorrere il sogno dell'unità, verso il riconoscimento ufficiale dell'ONU di West Bank e Striscia di Gaza come Stato della Palestina. Entrambi i leader mirano a contrastare l'invasione d'Israele e costruire un governo democratico che agisca in nome dei diritti del popolo palestinese



Che sia di convenienza o meno, la riconciliazione tra Fatah e Hamas è stata motivo di grandi festeggiamenti tra il popolo palestinese. Mercoledì 4 maggio, dopo anni di divisioni, Cisgiordania e Gaza hanno finalmente compiuto il passo verso la riunificazione, siglando un accordo “per porre fine alle divisioni politiche palestinesi e raggiungere la riconciliazione nazionale”. La storica cerimonia si è svolta al Cairo, nella sede principale dell'intelligence egiziana; proprio in quel 'nuovo Egitto' che ha promesso di allentare il blocco su Gaza, riaprendo ufficialmente il valico di Rafah, chiuso dal governo Mubarak.
Capisaldi dell'intesa sono la formazione di un governo di transizione, l'assegnazione di specifici ruoli sul campo, la programmazione delle elezioni presidenziali, legislative e del Consiglio nazionale entro i prossimi sei mesi. Inoltre ci si può finalmente muovere, almeno a livello istituzionale, per chiedere all'ONU il riconoscimento ufficiale dello Stato della Palestina, il prossimo settembre.
 
Il leader di Hamas, Kaled Mesha'al, ha dichiarato: “La pagina delle divisioni fa già parte del passato: essa viene messa da parte nello spirito della lotta contro l'occupazione e non per incendiare il popolo palestinese palestinese. La nostra vera lotta è contro l'occupazione israeliana e non contro i figli della nostra stessa patria. Israele sarà messo di fronte a una realtà compatta, quella della volontà arabo-islamica che dovrà essere degna di ascolto e di rispetto. Lo Stato palestinese che vogliamo dovrà essere forte, sovrano, con Gerusalemme capitale, libero dalla presenza coloniale e rispettoso dell'applicazione del diritto al ritorno dei nostri profughi”.

Da parte sua il presidente Abu Mazen, leader di Fatah, ha ribadito la volontà di generare una sinergia che permetta l'affermazione dei diritti del popolo palestinese, aggiungendo: “Un ritorno ai negoziati con Israele avrà dei parametri ben definiti: fermare la colonizzazione dei Territori palestinesi occupati e un impegno serio dello Stato ebraico verso la pace” precisando tuttavia: “Impediremo ogni atto violento contro l'entità sionista”.

Naturalmente Israele storce la bocca. La logica del 'divide et impera' sembrerebbe aver ceduto il passo a quella dell'unione, che fa la forza del tanto odiato popolo palestinese. Così il premier israeliano Benjamin Netanyahu in merito all'intesa raggiunta dai leader palestinesi: “E' un duro colpo per la pace e una grande vittoria per il terrorismo. Questo accordo prepara la strada ad Hamas, agevolandolo a prendere il controllo anche in Cisgiordania. Non ci può essere pace su entrambi i fronti, perché Hamas chiede la distruzione dello Stato di Israele”.
 
Dura la replica di Abu Mazen alle parole del primo ministro israeliano: “Hamas è parte integrante della società palestinese, restano vani i tentativi israeliani di gettare discredito sul processo di riconciliazione” aggiungendo che Israele sta strumentalizzando la riunificazione palestinese per evitare i negoziati di pace.
Una riunificazione che, nonostante tutto, non lascia intravedere la pace in un'orizzonte tormentato dalla violenza perpetuata da Israele, che intimorito dall'unione, prova a fare la povera vittima con l'Occidente. D'altra parte c'è da chiedersi se Hamas sarà effettivamente in grado di garantire la democrazia al popolo palestinese al fianco di Fatah.

Eleonora Pochi
Fonte: Parolibero

09/05/11

UE boccia reato di clandestinità

Respinta la legittimità dell'introduzione nell'apparato normativo penale del reato di clandestinità, che prevedeva la reclusione degli immigrati


Secondo la corte di giustizia di Lussemburgo, l'introduzione nel diritto italiano del reato di clandestinità punibile con la reclusione compromette la realizzazione dell'obiettivo comunitario di 'instaurare una politica efficace di allontanamento e di rimpatrio nel rispetto dei diritti fondamentali'.
Nella nota diffusa dalla Corte Europea, si è tenuto a precisare: “Gli Stati membri non possono introdurre, al fine di ovviare all'insuccesso delle misure coercitive adottate per procedere all'allontanamento coattivo, una pena detentiva, come quella prevista dalla normativa nazionale in discussione, solo perché un cittadino di un paese terzo, dopo che gli è stato notificato un ordine di lasciare il territorio nazionale e il termine impartito con tale ordine è scaduto, permane in maniera irregolare su detto territorio”.

Il reato di clandestinità, previsto dal 'pacchetto sicurezza', era stato introdotto nell'ordinamento italiano nel 2009. Difeso con le unghie e con i denti dal Ministro dell'interno Maroni, membro di un partito politico che ha reso il 'rifiuto allo straniero' una linea d'azione, portando ad una dilagante e vergognosa xenofobia. Sulla sentenza della Corte, così l'esponente leghista: “L'eliminazione del reato, accoppiata alla direttiva europea sui rimpatri, rischia di fatto di rendere impossibili le espulsioni, trasformandole solo in intimazione ad abbandonare il territorio nazionale entro sette giorni. Questo rende assolutamente inefficaci le politiche di contrasto all'immigrazione clandestina.
Noi vogliamo continuare con le espulsioni. Con la Tunisia, in particolare, funzionano bene. Sono oltre 600 i tunisini rimpatriati dal 5 aprile”.

Secondo il Governo la giustizia europea ha agito in maniera sbagliata. Questa maledetta magistratura non gli fa dormire sonni tranquilli, ci mancavano giusto i giudici europei a contrastare i loro piani. Probabilmente diranno che la febbre da toga rossa ha raggiunto Lussemburgo. La nostra Costituzione è stata violata più volte dalle classi dirigenti di ieri e di oggi, in assoluta par condicio. Per fortuna la Carta dei diritti dell'uomo ci aiuta affinché in Italia vengano rispettati quei diritti fondamentali dei quali ogni essere umano deve insindacabilmente poter godere.

Eleonora Pochi
Fonte: Parolibero

05/05/11

Giù le mani dal Referendum

In una Repubblica Parlamentare il referendum è lo strumento che permette al corpo elettorale di fornire il proprio parere su un tema oggetto di discussione


Quello che il governo sta tentando di fare in questi giorni è togliere la voce all’intero paese, cercando di evitare il voto del 12-13 giugno su questioni fondamentali.
La scorsa settimana, è passato alla Camera un emendamento al decreto ‘omnibus’ che sancisce l’abrogazione di tutte le norme relative alla realizzazione di centrali atomiche. Ciò malgrado, dal testo traspare che la porta  al nucleare sia ancora aperta: “Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche sulla sicurezza e tenendo conto dello sviluppo tecnologico del settore e delle decisioni che saranno assunte dalla Ue, non si procede all’attuazione del programma di localizzazione e realizzazione di impianti di produzione di energia”. La sentenza sul destino del referendum, circa la produzione nostrana di energia atomica, spetta alla Corte di Cassazione e sarà espressa non appena il decreto sarà pubblicato, vale a dire a fine maggio.
L’altro tentativo di boicottare lo strumento che più propriamente rappresenta la ‘democrazia diretta’, è l’annuncio del governo di un ulteriore decreto per bloccare anche i due quesiti contro la privatizzazione dell’acqua per cui sono convocate le urne, sempre il 12-13 giugno.

E se le lobby dell’atomo non dormono sonni tranquilli finché la Consulta non esprimerà giudizio, anche per la questione acqua, c’è chi si lecca i baffi davanti ad un piatto da 64 milioni di euro. I comitati referendari, così come l’opposizione, contestano fortemente l’abrogazione del referendum, definendo il recente operato del governo, un ‘colpo di stato’, un ‘sabotaggio’ di un diritto dei cittadini.

Occorre ricordare che siamo chiamati alle urne anche in merito alla questione ‘legittimo impedimento’, per decidere l’abolizione della legge che congela i processi del premier.
“Sono 40 anni che cercano di far fuori i referendum, Berlusconi è solo l’ultimo di una lunga serie – ha dichiarato a Repubblica la vicepresidente del Senato Emma Bonino -,  il suo obiettivo è far saltare il quorum sul legittimo impedimento“.
Una cosa è certa: bisogna andare a votare. Tre sono i punti da salvaguardare: l’acqua è una risorsa pubblica, le centrali nucleari non occorrono al nostro paese, la legge è uguale per tutti.

Eleonora Pochi