28/12/16

MEDIO ORIENTE, Vigilia di Natale. Anziche' a Babbo Natale scrivo al Ministro Poletti

Egregio Sig. Poletti,

Anzitutto, ci tenevo a farle notare che e’ colpa sua e dei suoi predecessori se siamo emigrati. Per i figli di nessuno in Italia il lavoro non c’e’. Sono l’unica laureata della mia famiglia, per mantenermi gli studi lavoravo di giorno e studiavo di notte. Ho iniziato dietro una reception, poi come educatrice nelle carceri minorili fino ai team di emergenza psicosociale per il recente terremoto.  
Ci credo bene che non ci vuole tra i piedi. La nostra alta formazione le suscita invidia, forse?
Mi scusi, ma qui nei piani bassi per essere un sempicissimo project officer ci richiedono almeno 3 anni di esperienza di settore, la conoscenza di almeno due lingue, la laurea specialistica, delle referenze. Siete riusciti a manipolare anche la genuina meritocrazia, strumentalizzandola a vostro favore.

Quaggiu’ in Medio Oriente tento ogni giorno, con umilta’ e dedizione, di fare bene il mio lavoro. Sono un’assistente sociale, mi trovo qui per tentare di aiutare bambini e adolescenti a rimettere insieme i pezzi delle loro menti ridotte in macerie, anche grazie alle bombe che inviate voi. Si vogliono annientare i piccoli per bombardare anche il futuro di questi paesi. Provi ad immaginare cosa significa essere svegliati in piena notte dal rumore delle bombe. Qua in certe situazioni rischiamo anche la vita, Poletti. Ma Lei cosa ne puo’ sapere. Lei e tutta la classe politica che da anni, decenni sta portando il paese allo scatafascio.  E’ anche grazie a noi giovani se la sua classe politica occupa le scrivanie di Governo. Nei vostri uffici ci siamo anche noi. Noi che vi scriviamo discorsi, che sappiamo bene le lingue, che ricerchiamo, pianifichiamo, progettiamo, spermentiamo. Abbiate rispetto dei giovani, siate appropriati.

Non siamo merce da acquistare con un buono. Siamo professionisti. Trovi un po’ di tempo per recarsi presso qualche cooperativa sociale, potra’ vedere con i propri occhi perche’ sono emigrata. Molto spesso gli educatori sono attanagliati in un limbo frustrante e deprimente e gli utenti sono trattati peggio delle bestie. Roma e’ diventata l’Eldorado dei magnaccia che fanno affari sulla pelle di profughi e migranti. Nella mia valigia ci ho messo l’onesta intellettuale e la serieta’ professionale. Le voglio proteggere, non intendo in alcun modo diventare come voi.Voglio remare contro il vostro tentativo di disseminare odio razziale. Non ci sto. L’emigrazione e’ anche sofferenza. Emigrare non e’ una vacanza.

Infine, le confesso un segreto: in Italia c’e’ ancora chi taglia fuori dal mercato del lavoro donne che non accettatano proposte sessuali o perche’ aspettano un bambino.
Renda il mercato del lavoro sostenibile e le assicuriamo che ci avra’ tutti tra i piedi.