25/01/11

27 GENNAIO: Giornata della Memoria

Con il termine Shoah, che sta a significare “desolazione, catastrofe, disastro”, ci si riferisce al genocidio compiuto dal regime nazista, in particolare alla sistematica uccisione di circa 6milioni di ebrei. Nei confronti degli ebrei, il nazismo manifesta da subito un particolare accanimento, vengono identificati come il male, una presenza demoniaca e gravemente negativa per la nazione tedesca. Sebbene gli ebrei siano stati le principali vittime dell’olocausto, centinaia di migliaia di zingari, disabili, prigionieri di guerra, sovietici, polacchi, comunisti, socialisti, omosessuali e bambini vennero uccisi. Con la morte del presidente Hindenburg, Hitler salì al potere assumendo la duplice carica di Presidente della Repubblica e di cancelliere, instaurando un regime totalitario in nome della “Mein Kampf”,che tradotto significa “La mia battaglia per il riconoscimento della razza ariana”, nella quale pose gli elementi caratterizzanti della sua ideologia: la superiorità della razza ariana alla quale sarebbe stato attribuito il merito esclusivo del progresso dell’umanità, la teoria dello spazio vitale, secondo la quale i tedeschi avrebbero dovuto unirsi in un’unica grande patria germanica, la presenza di un capo Furher, ossia “condottiero”, che sarebbe dovuto essere al di sopra di qualsiasi legge o giudizio ed infine la teoria dell’antisemitismo. La situazione degenerò nel 1935 con le Leggi di Norimberga che privarono gli ebrei di qualsiasi diritto e libertà. Essi furono inoltre obbligati ad esibire sul braccio la stella di David, furono banditi dalla nazione tedesca e furono vietati legami e matrimoni tra ebrei tedeschi in nome della “protezione del sangue e dell’onore tedesco”. 

 L’atrocità nazista raggiunse il suo apice a partire dal 1942. I tedeschi si resero conto che, anche se deportati nell’Europa orientale, gli ebrei erano d’intralcio secondo la sopracitata teoria dello spazio vitale, che la Germania doveva guadagnarsi ad Est; si giunse quindi alla cosiddetta “soluzione finale”, ossia l’eliminazione fisica degli ebrei. I nazisti trasferirono così gli abitanti dei ghetti nei campi della morte. I lager, o campi di concentramento, divennero sede del genocidio più grave della storia umana. 

Le vittime arrivavano nei campi dopo estenuanti viaggi in carri bestiame, all’arrivo le SS(Schutzstaffeln) separavano gli uomini dalle donne costringendoli a spogliarsi e consegnare tutto quello che era in loro possesso. Venivano poi spinti nelle camere a gas, dall’aspetto di stanze per la doccia mentre una minoranza veniva selezionata per il lavoro forzato. Nei campi di sterminio furono provate torture atroci, gli uomini venivano usati come cavie per testare nuovi farmaci, veleni ed armi; per studiare la resistenza al dolore con il monossido di carbonio o con iniezioni di fenolo intracardiache. Lo sterminio mirava, oltre che alla distruzione fisica, anche alla distruzione morale attraverso condizioni di vita insopportabili, lavoro massacrante ed umiliazioni disumane. Le atrocità commesse nei campi di sterminio ci sono giunte anche grazie alle testimonianze dei sopravvissuti, come Primo Levi,del quale riportiamo la poesia “Se questo è un uomo”, che hanno contribuito a far luce sul periodo più buio della storia umana. 

Nonostante la verità di questi avvenimenti sia tragicamente nota, si è sviluppato nel tempo il cosiddetto Revisionismo, una minoranza di persone, spesso vicina a movimenti di estrema destra, nega la veridicità dell’olocausto. Questo atteggiamento viene giudicato molto pericoloso perché nega in modo arrogante l’evidenza con la presunzione di correggere e falsificare la storia, poiché l’olocausto deve essere ricordato, studiato, capito a fondo affinché non si ripeta mai più un evento del genere…Anche se, come noto, avvenimenti simili si ripetono tutt'oggi in varie parti del mondo. 

Se questo è un uomo 

Primo Levi 

Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, 
voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici: 
Considerate se questo è un uomo che lavora nel fango 
che non conosce pace che lotta per mezzo pane 
che muore per un si o per un no. 
Considerate se questa è una donna, 
senza capelli e senza nome senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo come una rana d’inverno. 
Meditate che questo è stato: vi comando queste parole. 
Scolpitele nel vostro cuore stando in casa 
andando per via, coricandovi, alzandovi. 
Ripetetele ai vostri figli. 
O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, 
i vostri nati torcano il viso da voi.

Eleonora Pochi
Fonte: Fuori le Mura 

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