18/12/12

Maso Notarianni: “Stiamo tornando al Medioevo”

Notarianni è uno che di giornalismo, quello vero, ne sa davvero parecchio. Uno “da battaglia” come si suole dire di tali figure. Già dalle prime esperienze come inviato fino all’ultimo respiro di E-il Mensile online, edito da Emergency ed evoluzione di Peacereporter, la sua mission è sempre stata quella di portare ai nostri occhi storie di vita, raccontate in una maniera che ci ha permesso di capire cosa c’è dietro un “semplice” flash in stile: “Strage di civili, migliaia gli sfollati”. Una notizia sterile lanciata al TG in qualche secondo non viene di certo assorbita e compresa, se non raccontata con gli occhi di chi vive un determinato contesto. Prima con Peacereporter, poi con E-Il Mensile on line e cartaceo, Maso, anche grazie a tutto il team coinvolto, vince una grande sfida: innescare una sorta di maturazione nel modo di ragionare su questioni che succedono fuori dai confini nazionali che quasi nessuno racconta, guardare ad una guerra ed essere in grado di cogliere le tragedie e le ingiustizie che si consumano in essa.

Siamo consapevoli di lasciare un buco importante – ha scritto Notarianni nel suo editoriale di saluto -, ma certi anche di aver assolto al compito fondativo: quello di far aprire gli occhi su quel che accade nel mondo. Di avvicinare culture e raccontarle per come sono, e cioè più vicine e simili di quanto molti pensano perché ingannati da una informazione spesso troppo superficiale”. Con il sito, ha chiuso i battenti anche il mensile cartaceo di cui Maso aveva la direzione insieme a Gianni Mura, anch’egli amareggiato dell’improvvisa chiusura, ma consapevole di aver fatto il possibile per evitarla: “La crisi pesa anche sull’editore, cioè su Emergency, che non è più disponibile ad accollarsi il passivo (non esorbitante) della gestione. Non ci trovo nulla da eccepire: prima vengono gli ospedali, poi i giornali”. Insomma, Gino Strada chiude il giornale per gli ospedali, ma i nostri tecnici chiudono gli ospedali pur di non privarsi di alcuni dei principeschi privilegi di cui godono, nonostante una crisi epocale che sta portando il Paese alla fame. In riguardo, Maso Notarianni: “Non credo che i nostri tecnici taglino sulla sanità, o annuncino che il SSN potrebbe fallire per garantirsi principeschi privilegi, ma per aprire la strada, secondo una ideologia ben precisa, all’intervento delle assicurazioni (cioè ancora una volta del sistema finanziario) nella Sanità ponendo i presupposti alla creazione del modello statunitense, dove chi  ricco si cura e chi è non è abbastanza ricco muore, letteralmente, per la strada. I giganteschi privilegi sono indecenti e da eliminare, sia chiaro. Ma qui c’è davvero in gioco quel faticosissimo e costosissimo (anche in termini di vite umane) tentativo di costruzione dei diritti universali, che ha caratterizzato gli ultimi 150 anni della storia del mondo. Che ha certamente creato problemi ai possessori di enormi ricchezze i quali stanno facendo di tutto per tornare a uno status quo nel quale rapporti di forza non erano nemmeno messi in discussone: il medioevo”.

Nell’ultimo editoriale per E-il Mensile, Notarianni ha sottolineato che fare controinformazione, nel mondo di giornalismo, porta di sicuro ad un riscontro positivo, ma si deve anche fare i conti con qualche aspetto negativo. Ma cosa vuol dire fare “controinformazione” in un Paese come il nostro? “Nel linguaggio mainstream  (che è l’unico, ahinoi, compreso dalla stragrande maggioranza della gente) – spiega l’ex direttore dell’ala editoriale di Emergency -, controinformazione significa una presa di posizione a priori, ideologica, e quindi viziata dall’interesse di chi la fa. Per questo io ho sempre cercato di fare informazione. E cioè di raccontare le cose (tutte, anche quelle che sono scomode, che altri non raccontano perché ti mettono in gioco e in discussione) con il linguaggio tipico del mainstream, comprensibile a tutti, il più semplice possibile.  È questo, in realtà, il fare controinformazione: parlare ai cittadini di questo Paese delle cose di cui nessuno parla, ma utilizzando una forma di comunicazione comprensibile a quante più persone possibili”.  Lo slogan di E-il Mensile era “per chi è stanco di farsela raccontare”, dunque Maso raccomanda a costoro: “Guardatevi in giro. Scegliete, non accontentatevi mai. Ma soprattutto comunicate a vostra volta. Anche solo il vostro perché siete stanchi di farvela raccontare”.
Si sa, di libera informazione in Italia ce n’è ben poca. Dopo la chiusura del sito e del mensile ancora meno. Ma se un giornalista come Notarianni, con una intensa e notevole esperienza alle spalle, ha dichiarato esplicitamente che il marcio nella mela della stampa nostrana sia nel “perverso rapporto tra editori e politica”, come si può allora far aprire gli occhi su quello che realmente accade nel mondo? “Sincero? Non lo so. O meglio so che in un Paese civile ci dovrebbero essere delle regole, e soprattutto un’etica, che impediscano le collusioni tra editoria, politica, economia, pubblicità. Ma questo, oggi, è un’utopia. E le utopie sono quelle cose che hanno fatto crescere la specie umana”. Ad oggi Notarianni scrive sul suo blog Casino Totale.

Eleonora Pochi

27/11/12

Parte il progetto “Africa for Norway”: "L'Africa non è solo AIDS e povertà"

'Africa per la Norvegia' è una parodia su iniziative del filone “Band Aid”, che coinvolge rinomate star che cantano per i poveri, affamati africani. Ma questa volta, è una nazione ricca, quella scandinava che ha bisogno di una mano.

Perché "Africa per la Norvegia"?


Immagina se ogni persona in Africa vedesse il video "Africa per la Norvegia" e quest’ultimo fosse l’unica informazione mai avuta sul paese nordeuropeo. Che cosa penserebbero della Norvegia?
Se diciamo Africa, tu a cosa pensi? Fame, povertà, criminalità o l'AIDS? Non c'è da stupirsi, perché in gran parte delle campagne di raccolta fondi e di mezzi di comunicazione è principalmente di quei fenomeni che si sente parlare.
Le foto che siamo abituati a vedere in raccolte di fondi sono di bambini africani, poveri. La fame e la povertà sono terribili, allora si agisca. Ma mentre queste immagini possono coinvolgere le persone a breve termine, siamo preoccupati che molte persone rinuncino a sostenerci semplicemente perché sembra che nulla cambi in meglio. L'Africa non deve essere solo qualcosa che la gente riconduce a “dare, o rinunciare di dare”.
La verità è che ci sono molti sviluppi positivi nei paesi africani e vogliamo che questo diventi noto. Abbiamo bisogno di cambiare le spiegazioni semplicistiche dei problemi in Africa. Abbiamo bisogno di educare noi stessi sulle questioni complesse e ottenere maggiore attenzione su come i paesi occidentali hanno un impatto negativo sullo sviluppo dell'Africa. Se vogliamo affrontare i problemi che il mondo si trova ad affrontare abbiamo bisogno di agire basandoci sulla conoscenza ed il rispetto.
Il video è realizzato dagli studenti norvegesi e professori universitari del Fondo di assistenza internazionale (www.saih.no). Con la collaborazione di Operation Day’s Work  (www.od.no), il finanziamento dell' Agenzia Norvegese per la Cooperazione allo Sviluppo (Norad) e The Norwegian children & Youth Council (LNU). Musica di Wathiq Hoosain. Testi delle canzoni di Bretton Woods (www.developingcountry.org). Video di Productions Ikind (www.ikindmedia.com)



 

Che cosa vogliamo?

1.Il fundraising non dovrebbe essere basato su stereotipi che sfruttano e basta.
La maggior parte di è tra l’altro stanca di vedere solo immagini tristi invece di reali cambiamenti.

2. Un miglioramento dell’informazione su ciò che sta accadendo nel mondo, nelle scuole, in TV e dei media. Vogliamo vedere più sfumature. Vogliamo sapere di sviluppi positivi in Africa e nei paesi in via di sviluppo, non solo le crisi, la povertà e l'AIDS. Abbiamo bisogno di più attenzione su come i paesi occidentali hanno un impatto negativo sui paesi in via di sviluppo.

3.Che i media portino rispetto, seguendo un impostazione che tuteli l’etica nella comunicazione. Vuoi stampare una foto di un bambino affamato bianco senza permesso? Le stesse regole devono applicarsi quando i giornalisti stanno coprendo il resto del mondo, come fa quando sono nel loro paese d'origine.

4. L’aiuto deve essere basato su esigenze reali e non "buone" intenzioni.
L'aiuto è solo una parte di un quadro più grande, dobbiamo poter far funzionare la cooperazione e gli investimenti e modificare alcune strutture che frenano lo sviluppo dei paesi più poveri. Gli aiuti monetari non sono l'unica risposta. Il sito della campagna è http://www.africafornorway.no/ .


L'intervista

(fonte: All Africa)

Breezy V, rapper, ed altri artisti hanno realizzato il videoclip sulla campagna di donazione di termosifoni in Norvegia per salvarli dalla morte per congelamento. (Risorsa:. 'Song Carità' Spoof africana esorta le persone a donare Radiatori in Norvegia

"La gente non ignora le persone che muoiono di fame, e allora perché dovremmo ignorare le persone fredde? Sottolinea Frostbite." Questo è ciò che ha portato il rapper Breezy V a proporre un invito un po’ particolare agli africani, per sostenere la campagna di RADI-AID. La sua missione è di salvare i norvegesi dal congelamento donando un radiatore, oggi!
Per saperne di più circa la creazione del video, Radio Netherlands Worldwide ha parlato via Skype a Devin Carter(Productions Ikind), 27enne sudafricano, che ha prodotto il videoclip che lancia la “campagna”.

Cosa hai pensato quando hai sentito parlare del progetto?
. "La maggior parte del mio tempo durante la produzione è stato effettivamente speso a spiegare perché stavamo andando in giro dalle persone a raccogliere radiatori per i norvegesi esposti al gelo.  A dire il vero, quando ho sentito il concetto ... ho pensato: ‘Desta un po' di confusione per me. Non sono sicuro di come gli europei la prenderanno. Non sono sicuro di come gli africani la prenderanno. ' Poi ho capito la chiave ironica e il messaggio di fondo che l’ironia fa trasparire".
(…)
Ci sono state delle difficoltà che avete dovuto affrontare durante le riprese in Sud Africa?
"Non è molto comune in Sud Africa avere un termosifone!....Così abbiamo dovuto fare un paio di telefonate, andare a raccoglierli da luoghi lontani, ma siamo riusciti a racimolarne qualcuno-.. Quel tanto che basta per tirare fuori un video e farlo sembrare realistico ... "
(…)
Che cosa pensi che questo video potrebbe realizzare?
"Quello che spero di realizzare è quello che [gli studenti norvegesi e professori universitari Fondo Assistenza Internazionale (Saih)] hanno messo in evidenza sul loro sito web, e il progetto che stiamo portando avanti non è altro che la consapevolezza per le persone di tutto il mondo su questa presa di posizione verso un certo modo di “aiutare” l'Africa. Un sacco di gente vede le immagini in tv e mossi dalla carità, casomai donano. Anche il Saih sta cercando di sottolineare che l'Africa non è un luogo dove destinare esclusivamente “donazioni morbide”, che si fanno per stare bene con sé stessi. In realtà c'è sviluppo qui. Esistono progetti che hanno bisogno di finanziamenti, che potrebbero avere risultati davvero sorprendenti se si prendesse effettivamentecoscienza del fatto che qui, in realtà, abbiamo potenziale.  A causa del modo in cui è spesso l’Africa è trattata dai media, un sacco di persone pensano esclusivamente: 'Voglio sostenere un bambino muore di fame, dare loro cinque dollari o qualsiasi altra cosa'. Forse se si evidenziassero di più i nostri sforzi di sviluppo, ci sarebbe qualche cambiamento nell’aiuto verso l’Africa.

19/11/12

“Salvate subito i bambini della Siria!”

Sono centinaia di bambini, giovani, donne e uomini, di ogni razza, etnia, religione, che in contemporanea in diverse città del mondo hanno dato luogo a una marcia per chiedere a gran voce: “Salvate subito i bambini della Siria!”
Il Comitato 17 novembre 2012, un mosaico di associazioni attive per il rispetto dei diritti umani, per la libertà del popolo siriano e il diritto alla vita e all’infanzia dei bambini siriani, insieme a decine di associazioni, enti pubblici e realtà attive nella sfera sociale e culturale, che condividono la causa del popolo siriano hanno marciato ieri dalle 14.30 fino alle 19.00 per le vie di Bologna, città che ha già ospitato altre marce, sit-in e manifestazioni in favore del popolo siriano vitta delle violenze perpetrate dal regime.
È impossibile parlare di Siria, di rivolta siriana, senza che il pensiero corra subito ad Aya Homsi, la 25enne, nata in Italia – a Bologna – da genitori siriani, divenuta il simbolo dell’attivismo siriano grazie alla sua attività in favore della democrazia contro il regime di Assad. Una battaglia che porta avanti da quando in Siria è scoppiata la rivolta, utilizzando blog e social network per diffondere notizie sfuggendo alla censura di regime. Ricercata in Siria per la sua attività contro il regime, la fondatrice del gruppo ‘Vogliamo la Siria libera’ non si è certo risparmiata neppure nell’organizzare questa manifestazione, nata grazie agli interrogativi posti da alcuni bambini di una scuola elementare di Genova  nella quale convivono molte diverse culture, che chiesero a un loro compagno di origine siriana “ ma perchè nel tuo paese muoiono i bambini?”.
Insieme  agli adulti hanno cercato di capire. Domande su domande a cui gli stessi bambini cercavano di dare risposte. E la prima risposta comune è stata, “scriviamo ai bambini siriani per dir loro che non li abbiamo abbandonati”.

GJ: Ciao Aya, com’è andata la manifestazione?
AH: A partecipare alla marcia c’erano anche i bambini… I bambini, che sono la speranza di un domani…
È diversa la voce di Aya rispetto quella di una sera quando mi raccontò di un suo amico rimasto ferito, che poi morì poche ore dopo.  Ma purtroppo basta poco per ricordare il dramma che da quasi due anni vive il popolo siriano.

GJ: I bambini…
AH: Sì Joseph, i bambini…  Oltre 5000 bambini sono morti in Siria negli ultimi 20 mesi. Uccisi dalla follia omicida del regime di Assad… Ma non ci sono solo i morti. Altre migliaia vivono in tende o rifugi sotterranei perché non hanno più una casa, non vanno più a scuola, stanno soffrendo il freddo e la fame…

GJ: Cosa si può fare per loro?
AH: Si può far sì che tutti sappiano quello che succede in Siria… Che non cali il silenzio sulla strage di questi innocenti… E’ per questo che ieri la marcia per i bambini siriani si è tenuta in diverse città del mondo.. perché anche l’indifferenza li uccide. È indispensabile far sentire il sostegno del mondo a questi bambini inermi!!!

GJ: Ieri c’è stata anche una bella notizia…
AH: Sì, ci è giunta durante la marcia, che la nascita della neonata coalizione d’opposizione siriana che avrà un ambasciatore a Parigi: lo ha annunciato il presidente francese, Francois Hollande, che insieme al premier Laur ent Fabius, ha ricevuto all’Eliseo il capo dell’opposizione siriana, Ahmad Moaz al-Khatib. L’incontro segue di appena quattro giorni il riconoscimento che la Francia ha accordato al nuovo cartello dell’opposizione anti-Assad come legittimo rappresentante del popolo siriano. Al termine dell’incontro, Hollande ha anche sottolineato che al-Khatib gli ha garantito che nel nuovo governo saranno rappresentate tutte le confessioni religiose.

GJ: Sei soddisfatta?
AH: La notizia ci ha confermato che il nostro lavoro d’opposizione e di sostegno al popolo contro le ingiustizie del regime è un lavoro utile. Un lavoro che non vive di retribuzione ma di speranza,affinchè non ci siano più vittime innocenti…

GJ: C’è qualcuno in particolare che vuoi ringraziare per il buon esito della manifestazione?
AH: Sono in tanti coloro i quali con la loro presenza hanno contribuito alla riuscita della manifestazione, ma un ringraziamento in particolare voglio farlo a Shadi Inomad e Alessandra Valeri, due degli organizzatori che hanno dato forza e coraggio al comitato per portare avanti il nostro progetto di pace.
Piccoli grandi passi ai quali speriamo seguano le prese di posizione da parte di altri Paesi, affinchè la Siria possa tornare ad una vita normale, nella quale i bambini possano pensare nuovamente a giocare senza correre il rischio di morire per strada o nelle proprie case colpite dai mortai, e perché anche Aya possa ritornare a fare la vita di una qualsiasi studentessa, senza dover passare le sue giornate a guardare immagini di un Paese devastato e a tradurre e scrivere quello che accade in Siria ogni giorno.

Gian J. Morici

15/11/12

GAZA UNDER ATTACK

Piovono bombe dal cielo della Striscia di Gaza. Questa volta ad accendere la miccia è stato l'assassinio di Ahmed aal Jabar, braccio destro di Hamas, che ha lanciato, ringraziando il cielo con un pessima mira, 3 missili nel sud di Israele, uccidendo tre israeliani.  Netannyahu non aspettava altro. Dopo "Piombo Fuso", la terribile operazione militare sferrata da Israele nel dicembre del 2008, in cui furono uccise quasi 2000 persone nella Striscia, l'esercito israeliano ha dato il via ad un nuovo attacco: le bombe arrivano dal cielo, dal mare e da ieri sera (15.11) si sono aggiunti anche i carriarmati. Sono stati colpiti civili e bambini, e stando a quanto dichiara lo Stato israeliano è solo l'inizio. Si teme che Israele, oltre ad uccidire innocenti, distrugga tutte quelle poche infrastrutture gazawi, come già successe, tra cui anche il servizio Internet, al momento indispensabile per la diffusione immediata di informazioni sull'evolversi della gravissima situazione. Dagli Usa ha echeggiato un vergognoso "Israele ha il diritto di difendersi dalle aggressioni" pronunciato da Obama, che é solo la corazza di un sistema enorme e malsano di affari e accordi illegali internazionali. Insomma è come dire che se rubi una mela in un negozio, il negoziante ha il diritto di difendersi dal furto e puo' spararti e sterminare la tua famiglia perché hai commesso un reato. Non si deve giustificare la violenza di Hamas, ma neanche legittimare i massacri ordinati da Netanyahu verso una popolazione che vive chiusa dentro un recinto dal quale non puo' uscire, estranea alla violenza di Hamas. Una recentissima dichiarazione di Rosa Schiano, attivista sul posto: "Sta accadendo ora nella Striscia di Gaza. L'Italia presta il proprio territorio e le proprie basi militari all'aviazione israeliana, che qui sperimenta missili e bombe che massacrano donne, bambini, uomini e civili innocenti in Palestina. Anche a questo servono le basi NATO in Sardegna. A renderci complici di questi massacri. Le notizie di questi minuti sono terribili. Bambini dilaniati dai missili, bambini carbonizzati, corpi irriconoscibili. Negli ospedali mancano attrezzature e medicinali, i medici stanno facendo il possibile per salvare la vita ai numerosi feriti. E' un massacro. L'operazione militare israeliana iniziata poco fa lungo tutta la Striscia di Gaza è chiamata Pillar of cloud - Colonna di fumo". I Palestinesi vogliono che si sappia che loro “non hanno un’Aviazione, non hanno una Marina Militare, non hanno un Esercito.  Non è in corso una guerra, nella Striscia di Gaza. Nella Striscia di Gaza, è in corso un genocidio”.


Israele sta tagliando l’elettricità, per cui anche i ricoverati negli ospedali rischiano la vita. 


Anche le comunicazioni sono difficili: Israele non vuole che si sappia cosa sta facendo. Bombardamenti incessanti, in tutta la Striscia, via aria, mare e terra. 


Oltre alle vittime, molte sono le abitazioni distrutte.Gli F-16 israeliani hanno colpito i confini tra Egitto e Palestina e il Valico di Rafah è di nuovo chiuso, a causa di questo. 


L'intervista telefonica a Rosa Schiano, da Gaza: http://www.rainews24.rai.it/it/video.php?id=30602

Ancora da Rosa Schiano:
"Eccomi tornata dallo Shifo hospital. Devastante dolore. Una bambina di 9 mesi, Haneen Tafish, è ricoverata in Terapia Intensiva, ha ricevuto un'emorragia interna alla testa e fratture su più parti del suo piccolo corpo. "Ha perso sangue dalle orecchie e dalla bocca", ha detto un dottore nel reparto. E' rimasta ferita questa mattina durante un bombardamento nel quartiere di Zaytoun di Gaza city.  La situazione rimane di altissima tensione, gli attacchi aerei sono continui su tutta la Striscia di Gaza."


15.11.2012 mattinata

Il Palestinian Telegraph Newspaper riporta di volantini lanciati su Gaza dall'aviazione israeliana nel quale l'esercito avverte la popolazione: "Per la vostra sicurezza, evitate di essere presenti nelle vicinanze delle strutture e i membri di Hamas e altre organizzazioni terroristiche che comportano un rischio per la vostra sicurezza. Hamas è di nuovo il responsabile di violenza e bagni di sangue nella regione L'IDF è determinato a difendere i cittadini dello Stato di Israele". L'esercito israeliano ha annunciato che Israele colpirà e bloccherà l'elettricità e le reti telefoniche e internet a Gaza. Fonti palestinesi riportano già di un black out elettrico nella Striscia.



15.11.2012 serata
I pesanti bombardamenti aerei di prima hanno scosso un po' tutti, palestinesi e stranieri. Intorno a me volti pallidi. Ora si parla poco. Sono scosso anche io



ORE 21.04: Israele ha chiuso Gerusalemme ai palestinesi residenti Cisgiordania che domani vorranno andare alla Moschea Al Aqsa per la preghiera del venerdì: nessun palestinese potrà attraversare i checkpoint, neppure se in possesso di regolare permesso.

ORE 20.55: L'aeronautica israeliana ha bombardato la zona di Rafah, a Sud della Striscia al confine con l'Egitto, dove sono numerosi i tunnel sotterranei per permettere l'ingresso di beni di prima necessità a Gaza.

ORE 20.40: Al Jazeera riporta che navi da guerra israeliane stanno attaccando la casa del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, a Gaza. Sarebbe stata colpita anche la jeep di Haniyeh.

ORE 20.14: Il ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, ha detto che il lancio di razzi da Gaza sono un'escalation che i militanti palestinesi pagheranno cara. Ha inoltre ordinato la chiamata nell'esercito dei soldati riservisti, "per essere pronti in qualsiasi momento". Il capo dell'IDF ha riferito di aver ricevuto il via libera per richiamare 30mila militari, pronti per il prosieguo dell'operazione contro la Striscia.
Secondo Al Jazeera, infatti, il premier Netanyahu ha approvato l'allargamento dell'operazione militare a partire da stanotte.

ORE 20.10: Secondo l'emittente tv israeliana Channel 10, dopo il lancio di razzi verso Tel Aviv il primo ministro Benjamin Netanyahu si è rifugiato in un bunker sotterraneo nel quartier generale dell'IDF.

16.11.2012 mattinata

Da Rosa Schiano, attivista italiana nella Striscia: "Contare tutti gli attacchi aerei è impossibile, le esplosioni si susseguono tuttora ad intervalli di 5-10-15-20 minuti. Attacchi aerei su tutta la Striscia di Gaza. Una tempesta di tuoni che fanno tremare le nostre case e diffondono terrore. No, loro non mirano, loro lanciano indiscriminatamente. Diciannove persone uccise finora, fra cui 6 bambini, la più piccola di 9 mesi, ed almeno 180 i feriti..., di cui gran parte donne e bambini, a poco più di 30 ore dall'inizio di questa nuova Operazione militare. Da una radio la voce del muezzin chiama alla preghiera. Pregate per noi, pregate per Gaza. Cerco di riposare ora di nuovo, sperando di non svegliarmi più dal sonno gridando al tuono delle esplosioni, e penso ai bambini traumatizzati, ai genitori che hanno perso i loro figli e che con straziante forza ne prendono i corpi".

Da Meri Calvelli, attivista italiana nella Striscia: "After more than 40 hours of attacking Gaza Strip, more than 300 air-land-sea Strikes killing 19 Palestinians ,8 of them are kids and at least 4 women and 3 old-men, and more than 190 injuries most of them are civilians and kids... and the attacks continue".

(Infopal)Parlando ai reporter all’ospedale al-Shifa, il premier egiziano ha denunciato le aggressioni israeliane: ”Questa tragedia non può passare sotto silenzio e il mondo deve assumersi la responsabilità di fermarla” e ha promesso che il governo del Cairo farà tutto ciò che è in suo potere per assicurare il cessate-il-fuoco. L’esercito israeliano ha dichiarato che oltre 50 razzi palestinesi sono caduti nel sud dei territori israeliani nelle prime ore di venerdì, ma senza provocare feriti e ha reso noto che inizierà a reclutare 16mila riservisti per le operazioni militari contro Gaza.

(Guardian) Non ci sono più letti disponibili in terapia intensiva nell’ospedale di Shifa a Gaza City, aggiungendo che si sta tentando di trasferire i feriti in Egitto.

(Reuters) Israel has started drafting 16,000 reserve troops, the military said on Friday, in a sign that violence could escalate further in the Gaza Strip.

16.11.2012 serata

(Nena News Agency) L'esercito israeliano conferma l'invio di sms ai palestinesi residenti a Gaza per informarli dell'avvio della seconda fase dell'operazione militare e avvertirli di stare lontano da sedi e membri di Hamas.


ORE 22.12
Navi da guerra israeliane hanno aperto il fuoco contro le coste settentrionali della Striscia di Gaza

ORE 22.10
Sale a 30 il bilancio dei morti palestinesi. Ramadan Ramadan è stato ucciso a seguito delle ferite provocate da un missile lanciato contro Dir Al-Balah.

ORE 22.51
Secondo Al Quds News le forze militari sono appena entrate nel campo profughi di Jenin e si avvertono massicci colpi di fuoco


ORE 23.39
Le Nazioni Unite esprime preoccupazione per il numero di bambini uccisi nei bombardamenti israeliani contro Gaza. Almeno 60 i minori feriti. Cinquanta i civili israeliani feriti dai razzi lanciati da Hamas.

da Rosa Schiano: "Appena tornati a Gaza city c'è molta preoccupazione, dicono che questa notte sarà la peggiore. Una corsa in macchina tra le esplosioni ed abbiamo raggiunto i due ospedali a nord, il Kamal Odwan e l'Awda. "Se decidono di non fermarsi questa operazione sarà peggiore di quella di Piombo Fuso", mi ha detto un infermiere. Non so se sarà così, ma tutti credono che questa notte sarà dura. Noi andremo allo Shifa hospital e passeremo la notte lì".

AGI - Israele chiama 75 mila riservisti per eventuale attacco.


18.11.2012 Quinto giorno di attacco a Gaza. L'appello dei cooperanti italiani 


Pubblichiamo l'appello dei cooperanti italiani che si trovano a Gaza, ricevuto e divulgato ai propri aderenti dalla Piattaforma ONG italiane in Medio Oriente e Mediterraneo.
Gaza City, 18 Novembre 2012

Siamo al quinto giorno di attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza.

Scriviamo questo comunicato nel mezzo del suono incessante dei bombardamenti, che proseguono ininterrottamente giorno e notte, tenendoci svegli e nel terrore assieme a tutta la popolazione di Gaza.

Sentiamo sulle nostre teste il rumore continuo dei droni e dei caccia F16 che sorvolano il cielo della Striscia.



Ogni attacco di questa offensiva militare indiscriminata e sproporzionata riaccende i terribili ricordi di Piombo Fuso.

Al momento le strade di Gaza, solitamente caotiche e affollatissime, sono surrealmente deserte, la gente non può far altro che cercare rifugio nelle proprie case.

L’esercito israeliano con l’operazione militare “Pilastro della Difesa” sta colpendo tutta la Striscia di Gaza, spesso in aree densamente popolate mettendo a rischio la vita dell’intera popolazione civile.

Da mercoledì 14 novembre le forze aeree israeliane hanno condotto più di 1000 bombardamenti, decine di attacchi dalle navi militari, portando a 50 il numero dei morti, di cui 13 bambini e 4 donne. Circa 500 persone sono state ferite dagli attacchi, l’80% dei quali sono civili e molte sono in condizioni critiche. Nella notte del 18 novembre sono stati bombardati gli uffici dei principali organi di informazione palestinesi, un gravissimo attacco deliberato alla stampa e all’informazione che ha causato il ferimento grave di sei giornalisti.

Il Ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, ha dichiarato che l’escalation è iniziata con un’"enorme offensiva partita da Gaza" a cui Israele avrebbe legittimamente risposto con una reazione “molto dura, anche se ampiamente anticipata". Ha inoltre affermato che "è necessaria e urgente un'azione che riduca le tensioni, dia sicurezza a Israele e restituisca un minimo di tranquillità alla Striscia di Gaza".

Non possiamo condividere queste posizioni.

Le ostilità sono cominciate giovedì 8 novembre con l’incursione via terra dell’esercito israeliano a est di Khan Younis che ha causato la morte di Hamid Abu Daqqa, un adolescente di 13 anni che giocava a pallone davanti casa.

Quella israeliana non è una “dura reazione” ma piuttosto un’offensiva indiscriminata che colpisce principalmente la popolazione civile di Gaza, soggetta da sempre alle incursioni via terra, mare e aria sul suo territorio. I bombardamenti di cui siamo testimoni in questi giorni colpiscono una popolazione imprigionata dal blocco israeliano, illegale secondo il diritto internazionale umanitario, che da cinque anni impedisce il movimento delle persone e isola quasi completamente la Striscia di Gaza dal resto del mondo.

Il lancio di circa 400 razzi dalla Striscia di Gaza ha causato 3 vittime tra i civili israeliani. Condanniamo ogni attacco nei confronti dei civili. Non possiamo accettare che il Governo Italiano parli di piena sicurezza da un lato e di un “minimo di tranquillità” dall’altro. Crediamo però che anche la popolazione di Gaza così come quella israeliana abbia diritto ad una piena sicurezza e alla massima tranquillità. Ciò può essere possibile solo con la fine dell’assedio e dell’occupazione, con il pieno rispetto dei diritti umani e della dignità del popolo palestinese.

Ci appelliamo al governo italiano e alla comunità internazionale affinché si adoperino per mettere fine a questa aggressione illecita contro i civili palestinesi.

I cooperanti italiani presenti a Gaza




ORE 18.01
Husam Hussein Abu Shawish è la 69esima vittima palestinese dell'operazione militare Pillar of Defense, lanciata da Israele contro Gaza: è stato ucciso a Deri Al Balah.
E la 70esima è Mohammad Bakr 'Aref Al-'Aff, 33 anni: è stato ucciso nel quartiere Sheikh Ramadan nel cuore di Gaza City, da un bombardamento aereo israeliano.

ORE 17.42
Le sirene d'emergenza suonano a Tel Aviv: il sistema antimissilistico israeliano Iron Dome intercetta un missile lanciato dalla Striscia.

ORE 17.40
Ad Hebron, giovane palestinese ferito da un proiettile di gomma sparato dall'esercito israeliano durante manifestazioni contro l'operazione militare nella Striscia. Le sue condizioni sono gravi.

La diretta da Gaza è su:  
http://nena-news.globalist.it/Detail_News_DisplayID=41403&typeb=0&Loid=200&DIRETTA-Gaza-sotto-attacco

19.11.12

Qui la diretta: http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=41460&typeb=0


LE ORGANIZZAZIONI DELLA SOCI ETÀ  CIVILE PALESTINESE HANNO INVITATO LA COMUNITÀ  INTERNAZIONALE A PORRE FINE ALL'OFFENSIVA DI GAZA

Dalla serata di Mercoledì 14 novembre 2012, le forze di occupazione israeliane hanno continuato la loro offensiva chiamata "Operazione Difesa Pilar", con bombardamenti aerei, il mare e la terra in tutta la Striscia di Gaza, con missili e artiglieria. Questo sta accadendo in mezzo a crescenti minacce da Israele per ampliare l'offensiva con un invasione di terra, un gran numero di soldati israeliani sono stati dispiegati al confine della Striscia di Gaza, e le relazioni che 75.000 riservisti sono stati richiamati.

Contrariamente alle affermazioni del governo che le forze israeliane attaccano civili israeliani, il risultato di questa offensiva finora indica che solo i civili a pagare il prezzo: 27 civili sono stati uccisi, tra cui 10 bambini e 5 donne, e 520 persone , tra cui 140 bambini e 48 donne, sono rimasti feriti. Le forze israeliane hanno attaccato installazioni civili, tra cui case, moschee, chiese e scuole, ed edifici governativi civili interamente in natura, come la costruzione del Consiglio dei Ministri e del Dipartimento Civile del Ministero degli Interni.

Durante le ultime 48 ore, le forze israeliane hanno intensificato bombardamento in una grave escalation contro la vita dei civili e dei beni. Questa mattina, le forze israeliane hanno bombardato direttamente gli uffici dei media nella città di Gaza, ferendo gravemente un certo numero di giornalisti.

Non c'è posto sicuro a Gaza, che ha essenzialmente un riparo dove i civili possono essere protetti durante i bombardamenti del giorno e della notte. Circa 1,7 milioni di persone sono sotto il fuoco da parte dell'esercito israeliano e le loro vite sono in pericolo. Un certo numero di persone sono state uccise o ferite, mentre all'interno delle loro case a causa del bombardamento di aree residenziali e dei suoi dintorni, con le bombe di peso fino a una tonnellata calato del caccia F-16.

Durante questa offensiva, la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza è drammaticamente peggiorata, in particolare per la chiusura di tutti i valichi di frontiera tra Gaza e Israele e il divieto di ingresso delle merci e dei materiali di base nella Striscia di Gaza , comprese le spedizioni mediche, cibo e carburante. Si tratta di violazioni degli obblighi di Israele come potenza occupante ai sensi della Convenzione di Ginevra relativa alla protezione delle persone civili in tempo di guerra, che richiede ad Israele di facilitare il passaggio di cibo e spedizioni medica ai civili in territori occupati in tutte le circostanze.

Noi, organizzazioni della società civile palestinese nella Striscia di Gaza, ha condannato l'attuale offensiva militare israeliana, e ha avvertito di un ulteriore deterioramento della situazione e l'impatto catastrofico sulla vita dei civili palestinesi. Siamo preoccupati che il peggio deve ancora venire e che se la comunità internazionale di intervenire per fermare questa offensiva, a soli civili palestinesi a pagare il prezzo di questa escalation. Anche prima di questa offensiva è stata la sofferenza in corso a causa del blocco imposto alla Striscia di Gaza per più di sei anni, ai recenti crimini commessi dalle forze israeliane approfondire ulteriormente la loro sofferenza.

Il ruolo della comunità internazionale non si limita a condannare i crimini internazionali, ma di agire per evitare di commettere. Il fallimento della comunità internazionale di intervenire e proteggere i civili palestinesi serve a promuovere lo Stato di Israele e delle sue forze di occupazione commettere più crimini contro di loro. Questi crimini continueranno fino a quando non vi è la responsabilità e l'impunità dei colpevoli è dominante. Meno di quattro anni fa, l'esercito israeliano e ha effettuato una offensiva sulla Striscia di Gaza alla fine del 2008 ("Operazione Piombo Fuso"). Dopo questo attacco, la comunità internazionale non si è assunto la responsabilità di fermare gli autori di crimini di guerra per cui rappresentano.

Pertanto:

1 - Invitiamo le Alte Parti Contraenti della Convenzione di Ginevra relativa alla protezione delle persone civili in tempo di guerra al suo obbligo di garantire che le forze israeliane rispettare la Convenzione, e per fermare il targeting sistematico di Israele contro i civili palestinesi e le loro proprietà.

2 - Facciamo appello alle Nazioni Unite, rappresentata dal Segretario Generale, di agire immediatamente e di intervenire per proteggere la pace e la sicurezza internazionale, in conformità con la Carta delle Nazioni Unite. Esprimiamo il nostro profondo stupore per la sua decisione di visitare Israele ea Ramallah il Martedì 20 novembre, senza visitare la Striscia di Gaza, che è attualmente in fase di attacco. Ciò pone seri indizi che il Segretario Generale sta seguendo la posizione degli Stati Uniti sostenendo Israele, praticando l'occupazione e l'aggressione a spese di civili palestinesi vittime del reato.

3 - Chiediamo Consiglio dei diritti umani di tenere una sessione speciale per affrontare la situazione nella Striscia di Gaza e adottare misure efficaci per fermare l'offensiva.

4 - Noi apprezziamo molto il punto di vista dei funzionari arabi e internazionali nella Striscia di Gaza in solidarietà con il suo popolo, in particolare il primo ministro visita il ministro egiziano degli Esteri tunisino, e ha chiesto per le visite di solidarietà più nei prossimi giorni.

5 - Ci appelliamo alle organizzazioni della società civile araba di organizzare visite alla Striscia di Gaza la solidarietà con il popolo palestinese e il rifiuto del reato e dei crimini di Israele, apprezziamo le iniziative di solidarietà organizzate da loro e sollecitare di seguire queste importanti attività.

6 - Apprezziamo le manifestazioni e le proteste del movimento di solidarietà con il popolo palestinese in tutto il mondo, ed esprimiamo il nostro pieno sostegno per i suoi sforzi di pressione sui loro governi di intervenire per fermare l'offensiva.

7 - Ci appelliamo a stabilire un passaggio sicuro per garantire l'entrata di invio di generi alimentari e medicinali per la Striscia di Gaza, che è un obbligo della potenza occupante dal diritto umanitario internazionale.

Firmatari:

- Network di ONG palestinesi, a nome di 130 ONG palestinesi
- Centro Palestinese per i Diritti Umani
- Al-Mezan Centro per i diritti umani
- Al-Dameer Associazione per i diritti umani
- El-Wedad partenariato comunitario per la riabilitazione
- Salute mentale programma comunitario a Gaza

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UN INTERESSANTE E LUCIDA RIFLESSIONE DI NOAM CHOMSKY, FILOSOFO STATUNITENSE 



"Il bombardamento di Gaza non è funzionale a neutralizzare Hamas e non c'entra alcunchè con la presunta esigenza di fermare i razzi verso Israele. La decisione di Israele di fare piovere morte e distruzione su Gaza, usando armi letali su una popolazione civile largamente indifesa, è la fase finale di una campagna che dura da decenni per realizzare la pulizia etnica della Palestina.

Israele utilizza jet aerei sofisticati e vascelli navali per bombardare campi profughi densamente affollati, scuole, blocchi di case, moschee, attaccando una popolazione che non ha una difesa aerea, nessuna protezione antiaerea, nessuna marina, nè armi pesanti, nè unità di artiglieria, nessuna unità di comando militare, nessun esercito, e chiama tutto ciò una guerra.
Non è una guerra, è un assassinio.

Quando gli israeliani, nei territori da loro stessi occupati, rivendicano il loro presunto diritto di "difendersi", essi si stanno difendendo nel senso in cui qualsiasi esercito di occupazione pensa a "difendersi" da una popolazione che si intende annientare. Non si può parlare proriamente della necessità di "difendersi" quando si sta occupando militarmente la terra di qualcun'altro.
Questo non è difendersi. Chiamatelo come vi pare ma non è difendersi".


20.11.12

ORE 14.26
Due i missili lanciati verso Gerusalemme: secondo il canale israeliano Channel Two il primo è caduto a Kafr Etzion, colonia a Sud di Betlemme, e il secondo nella colonia israeliana di Gilo, a Sud di Gerusalemme. Secondo testimoni oculari intervistati da Ma'an News, il primo missile è caduto nella colonia di Beit 'Ain, vicino a Kafr Etzion, e il secondo in un'area aperta nel villaggio di Al-Jab'a tra i villaggi palestinesi di Nahalin e Sourif, vicini alla colonia di Gush Etzion.

ORE 18.00
Uccisi sei presunti collaborazionisti di Israele .
Questo pomeriggio in una zona centrale di Gaza city, miliziani delle Brigate Ezzedin al Qassam (Hamas), hanno ucciso in pubblico, nella zona del rione Nasser, sei presunti collaborazionisti di Israele. L'esecuzione sommaria e' terminata nel giro di qualche secondo, con colpi di pistola sparati alla testa dei sospetti. Testimoni hanno detto di aver visto un veicolo trascinare per diverse centinaia di metri il corpo di uno dei collaborazionisti uccisi. A Gaza la gente vede spie ovunque, a causa delle uccisioni compiute da Israele di dirigenti e militanti di Hamas e di altre organizzazioni.


Il bilancio, alle 01.00 del 21 novembre, è di 133 morti (di cui almeno 25 bambini) e oltre 1000 feriti di cui più di 252 sono bambini). Rosa Schiano fa sapere: "Il Ministro della Salute ha dichiarato che Israele sta usando fosforo bianco nella parte est della Striscia".

Per conoscere quali danni procura il fosforo bianco, tra l'altro vietato dalla normativa internazionale, clicca qui



IL POST DI PIERGIORGIO ODIFREDDI CANCELLATO DA "REPUBBLICA"


"Dieci volte peggio dei nazisti"

Uno dei crimini più efferati dell’occupazione nazista in Italia fu la strage delle Fosse Ardeatine. Il 24 maggio 1944 i tedeschi “giustiziarono”, secondo il loro rudimentale concetto di giustizia, 335 italiani in rappresaglia per l’attentato di via Rasella compiuto dalla resistenza partigiana il 23 maggio, nel quale avevano perso la vita 32 militari delle truppe di occupazione. A istituire la versione moderna della “legge del taglione”, che sostituiva la proporzione uno a uno del motto “occhio per occhio, dente per dente” con una proporzione di dieci a uno, fu Hitler in persona.
...Il feldmaresciallo Albert Kesselring trasmise l’ordine a Herbert Kappler, l’ufficiale delle SS che si era già messo in luce l’anno prima, nell’ottobre del 1943, con il rastrellamento del ghetto di Roma. E quest’ultimo lo eseguì con un eccesso di zelo, aggiungendo di sua sponte 15 vittime al numero di 320 stabilito dal Fuehrer. Dopo la guerra Kesselring fu condannato a morte per l’eccidio, ma la pena fu commutata in ergastolo e scontata fino al 1952, quando il detenuto fu scarcerato per “motivi di salute” (tra virgolette, perché sopravvisse altri otto anni). Anche Kappler e il suo aiutante Erich Priebke furono condannati all’ergastolo. Il primo riuscì a evadere nel 1977, e morì pochi mesi dopo in Germania. Il secondo, catturato ed estradato solo nel 1995 in Argentina, è tuttora detenuto in semilibertà a Roma, nonostante sia ormai quasi centenario.
In questi giorni si sta compiendo in Israele l’ennesima replica della logica nazista delle Fosse Ardeatine. Con la scusa di contrastare gli “atti terroristici” della resistenza palestinese contro gli occupanti israeliani, il governo Netanyahu sta bombardando la striscia di Gaza e si appresta a invaderla con decine di migliaia di truppe. Il che d’altronde aveva già minacciato e deciso di fare a freddo, per punire l’Autorità Nazionale Palestinese di un crimine terribile: aver chiesto alle Nazioni Unite di esservi ammessa come membro osservatore! Cosa succederà durante l’invasione, è facilmente prevedibile. Durante l’operazione Piombo Fuso di fine 2008 e inizio 2009, infatti, compiuta con le stesse scuse e gli stessi fini, sono stati uccisi almeno 1400 palestinesi, secondo il rapporto delle Nazioni Unite, a fronte dei 15 morti israeliani provocati in otto anni (!) dai razzi di Hamas. Un rapporto di circa 241 cento a uno, dunque: dieci volte superiore a quello della strage delle Fosse Ardeatine. Naturalmente, l’eccidio di quattro anni fa non è che uno dei tanti perpetrati dal governo e dall’esercito di occupazione israeliani nei territori palestinesi.
Ma a far condannare all’ergastolo Kesserling, Kappler e Priebke ne è bastato uno solo, e molto meno efferato: a quando dunque un tribunale internazionale per processare e condannare anche Netanyahu e i suoi generali?
Piergiorgio Odifreddi

21.11.2012

ORE 8.55
Gaza city si e' svegliata dalla notte di bombardamenti più pesanti dall'inizio dell'offensiva israeliana. Nelle ultime ore il bilancio delle vittime e' salito ad almeno 139 in conseguenza di attacchi aerei molto duri ovunque nella Striscia: dal cielo, dal mare e dall'artiglieria che ha aperto il fuoco dalle postazioni di fronte alle citta' di Beit Lahiya e Beit Hanun. Un importante edificio di governo è stato letteralmente raso al suolo. Colpite anche tubature di combustibile che passavano sotto al confine con l'Egitto. E' mancata l'energia elettrica in molti punti. Il bilancio di morti e' incerto, sarebbe di almeno 6. Hanno destato clamore anche gli attacchi aerei, definiti "chirurgici" da Israele, ad edifici dove si trovano gli uffici di diverse agenzie stampa internazionali, come l'Afp e l'AP. Il portavoce militare ha detto che sono stati distrutti centri di comunicazione di Hamas. Poco fa sono ripresi i cannoneggiamenti dal mare sulla costa di Gaza.
Segui la diretta su: http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=41614



MESSAGGIO DI UN VOLONTARIO ISM DA GAZA


Inviato il: 17 Novembre 2012

Sto scrivendo questo vicino al porto di Gaza, da dove posso vedere il fumo che sale intorno a me per le bombe che cadono sulla Striscia di Gaza dagli aerei israeliani . Le parole mi vengono a mancare. Nonostante i limiti alla vita da parte di Israele per cinque anni di assedio su Gaza, una specie di normalità viene tentata a Gaza. Come potrebbe essere altrimenti, quando la maggioranza della popolazione sono i bambini, i genitori e fratelli che non hanno qualche altra opzione?

Eppure questa popolazione civile, la maggior parte ora stipata nei densi, stretti edifici dei campi profughi e nei centri urbani di Gaza, si trova ad affrontare l'ira di alcuni dei più potenti della guerra aerea dell'umanità. Mentre scrivo, i bombardamenti costanti consumano i i sensi e scuotono la totalità dell'ambiente circostante. Per gli oltre 300 feriti o uccisi finora da F16 israeliani, droni e navi, la perdita per loro e le loro famiglie non potrà mai placarsi.

Riesco a malapena a scrivere una frase e più notizie, "sei feriti da un bombardamento a Sheikh Radwan, bambini tra di loro, tra cui un bambino di 4 anni che stava giocando per la strada», «anziano appena ucciso nel quartiere Zaytoun, con 4 lesioni. " Amici hanno ricevuto messaggi di testo dalle forze di occupazione israeliane che dicono in arabo," Stai lontano da Hamas, la seconda fase è in arrivo. "

Abdullah Samouni, 12 anni, cui insegno italiano nel campo di Zeitoun, mi ha chiamato poco fa. "Abbiamo davvero paura", ha detto. Ci siamo trasferiti fuggendo da Zeitoun e siamo andati a casa di nostra nonna. Abbi cura di te, ci sono così tante bombe." Abdullah ha perso il padre e il fratello di quattro anni, ucciso dai soldati israeliani che entrarono nella loro casa nellì offensiva terrestre degli attacchi israeliani Piombo fuso su Gaza all'inizio del 2009. In tre giorni, è stato ferito e ha perso 29 membri della sua famiglia allargata. Sua madre Zeinat si è spostata con i suoi undici figli rimasti in una città più a nord, ma le bombe stanno piovendo in tutta la Striscia di Gaza.

"Ci siamo trasferiti tutti fuori, ma i bombardamenti sono così brutti, qui tutti i bambini stanno urlando. Ogni volta che si verifica un attentato vengono a prendermi. I bambini ricordano quello che è successo prima, pensano solo al peggio. ", ha detto Zeinat che come tanti altri ha dovuto mettere da parte le sue paure e la tragedia per mostrare la forza per i suoi figli.

Il vedere che i media occidentali continuano a distorcere il quadro di ciò che sta accadendo qui, proprio come hanno fatto durante i massacri avvenuti durante gli attacchi di Israele Cast Lead, e qualsiasi altra offensiva descritta come "rappresaglia", ha reso la mia chiamata con Abdullah ancora più arrabbiata. Quest'anno dal 1° gennaio fino al 6 novembre 71 palestinesi sono stati uccisi e 291 feriti a Gaza, mentre gli israeliani non sono stati uccisi e 19 sono rimasti feriti, secondo le Nazioni Unite. Quanti media occidentali offrono tempo proporzionato alle vittime palestinesi come alle vittime israeliane?

Proprio come le forze israeliane hanno avviato il pretesto per gli attacchi di Piombo fuso, questa volta il primo attacco dell'esercito israeliano ha avuto luogo giovedi, 8 novembre, con un'incursione israeliana a Gaza, nel villaggio di Abassan. Hanno aperto il fuoco indiscriminatamente e livellato aree di terra palestinese. La sparatoria dei veicoli militari israeliani ha ferito gravemente il tredicenne Ahmed Younis Khader Abu Daqqa mentre stava giocando a calcio con gli amici, che è morto il giorno dopo per le ferite riportate.

Il 10 novembre, combattenti della resistenza palestinese hanno attaccato una jeep dell'esercito israeliano che pattugliava il confine con Gaza, ferendo 4 soldati dell' occupazione . Le forze israeliane hanno poi mirato aree civili, uccidendo altri due ragazzi che giocavano a calcio, poi hanno bombardato i parenti raccolti in lutto per la loro morte, uccidendo altri due. Cinque civili sono stati uccisi e due combattenti della resistenza, tra cui tre bambini. Cinquantadue gli altri, tra cui sei donne e dodici bambini, sono rimasti feriti. Per Gaza che è sotto tale attacco, quali, chi potrebbe dubitare che le forze di resistenza si opponessero? Una volta che le forze israeliane hanno effettuato altri bombardamenti, uno dei quali era l' extragiudiziale uccisione del comandante militare di Hamas Ahmed Jabari, il cerchio era completo. [2]

Da allora, nel corso degli ultimi tre giorni, 29 palestinesi sono stati uccisi e tre israeliani. La maggior parte delle vittime palestinesi sono civili, di cui sei bambini. Più di 270 sono stati feriti, di cui 134 sono bambini e donne. La stragrande maggioranza sono civili. Il numero è in rapido aumento.

Anche questo confronto è staccato dal contesto che Gaza è sotto occupazione militare israeliana, illegale secondo le risoluzioni delle Nazioni Unite, e cinque anni di blocco considerato una punizione collettiva da tutte le maggiori organizzazioni per i diritti umani, violando l'articolo 33 della Convenzione di Ginevra. Il diritto di resistere all'occupazione militare forzata da una forza straniera è anche sancito dal diritto internazionale, un diritto che dovrebbe essere auto-evidente.

Tutto questo spiega il giubilo da palestinesi di Gaza, quando si sparse la voce che uno dei razzi che di solito colpiscono terreno aperto, questa volta aveva abbattuto un jet da combattimento F16 israeliano, i cui simili avevano effettuato oltre 600 raid aerei in tutta la Striscia di Gaza questi ultimi tre giorni.

In effetti, nelle nostre visite agli ospedali non ci volle molto per convincerci che questi attacchi aerei israeliani e i bombardamenti da elicotteri d'assalto hanno colpito molte aree civili.

Al principale ospedale Al-Shifa, di Gaza City, ogni dieci minuti più persone arrivano in ambulanza, un uomo anziano, un giovane, un bambino, due bambini. Una volta lasciati i feriti, la barella è coperta con un asciugamano nuovo e vola indietro con i paramedici coraggiosi della Mezzaluna Rossa Palestinese per tornare nelle zone pericolose, per trovare le ultime vittime di attacchi.

Non c'erano molti letti liberi nel reparto di terapia intensiva, dove alcuni avevano lesioni cerebrali di granata che li avevano colpiti. Mentre eravamo lì, correndo fu portata una bambina piccola, di dieci mesi, , Haneen Tafesh. Aveva pochissimo colore e fu posta sul letto d'ospedale. Aveva subito una emorragia cerebrale e una frattura al cranio. Più tardi quella sera abbiamo appreso che non era sopravvissuta.

Parlando con il direttore generale di Al-Shifa, il dottor Mithad Abbas ha chiesto, "Sappiamo che Israele ha più precisione e armi avanzate. Allora, perché ci sono tutti questi bambini in arrivo? "Ha affermato che se le vittime aumentassero ci sarebbe una grave mancanza di medicinali di base e forniture, come gli antibiotici, fluidi IV, anestesia, guanti, cateteri, fixates esterni, eparina, punti di sutura, detersivi e pezzi di ricambio di attrezzature mediche. Cosa c'è di più, anche i blackout elettrici sarebbero un duro colpo senza finanziamenti sufficienti per il carburante adatto per i generatori.

Ancora una volta, mentre scrivo, cinque vicine esplosioni enormi scuotono il nostro edificio e i nostri sensi. I bombardamenti si sono progressivamente intensificati, soprattutto una volta che scende la sera. I campi profughi di Jabaliya, Shejaiya, Rafah e Meghazi ho saputo che erano stati sotto un bombardamento continuo. Una delle esplosioni è scesa nel corso di un'intervista con una stazione radio canadese che ha aiutato il pubblico a capire di più di me.

Una ragazza di 13 anni, è stato colpita a Duaa Hejazi, in zona Sabra, mentre tornava a casa con la famiglia. Uno shrapnel è stato incorporato in tutto il corpo superiore. "Io dico, siamo bambini. Non c'è niente che è colpa nostra per dover affrontare questo ", lei ci ha detto. "Ci stanno occupando e dirò, come Abu Omar disse:" Se sei una montagna, il vento non ti agiterà ". Non abbiamo paura, noi resteremo forti. "

E così la notte va avanti. Il prossimo futuro di Gaza è incerto. I destini di tutti qui sono incerti. Quelle persone che ora si stanno preparando per andare a letto, avranno la loro vita sconvolta dalla perdita di una persona cara questi prossimi giorni. So che alcuni della più calda gente qui cui mi sento fortemente attaccato ,se ne prenderebbero immediatamente cura se li incontrassero. La follia di questa violenza mi fa chiedere ciò che abbiamo fatto a noi stessi, come possiamo permettere che l'umanità si manifesti in questo modo.

All'esterno si può fare la differenza. Te lo chiedo perché l'esercito israeliano non entra in empatia con le persone che ricercano verso il basso attraverso le finestre della cabina di guida. Né saranno i loro politici. Ma si può entrare in empatia e si può agire, per le vie normali, ma moltiplicato per dieci. Piccoli e grandi sforzi per creare una massiccia mobilitazione internazionale sono l'unico modo per ridurre l'entità dell'orrore della perdita di fronte ai palestinesi di Gaza.

Il governo israeliano ha approvato il richiamo di 75.000 riservisti rispetto ai 10.000 riservisti richiamati per i massacri durante l'offensiva di aria e di terra di Israele in Piombo fuso. Non c'è molto tempo.

Adie Mormech



COMUNICATO DI DIVERSI INTERNAZIONALI A GAZA 

PRESS RELEASE BY SEVERAL INTERNATIONALS NOW IN GAZA
In english here: http://mondoweiss.net/2012/11/gaza-under-attack-international-eyewitnesses-call-for-action.html

(Meri): "Ci rivolgiamo alle persone di coscienza in tutto il mondo perché si oppongano a questa aggressione illecita contro i civili palestinesi. La comunità internazionale deve intervenire con urgenza per fermare questi violenti attacchi.
Per maggiori informazioni, contattare:
To get direct reports from Gaza in various languages contact:

Lydia de Leeuw (Dutch) +972 (0) 597478455
Adie Mormech (British) +972 (0) 592280943
Adriana Zega (Italian) +972 (0) 597241318
Gisela Schmidt Martin (Irish) +972 (0) 592778020 blipfoto.com/GiselaClaire
Joe Catron (United States) +972 (0) 595594326 twitter.com/jncatron
Julie Webb-Pullman (New Zealand) +972 (0) 595419421 todayingaza.wordpress.com
Lydia de Leeuw (Dutch) +972 (0) 597478455 asecondglance.wordpress.com
Meri Calvelli (Italian) +972(0)598563299
Anne Paq, ActiveStills Photographer in Gaza:
http://www.flickr.com/photos/activestills/8186607011/in/photostream
Harry Fear Reporting LIVE: http://www.youtube.com/user/harryfear
Siamo un gruppo di internazionali che vivono nella Striscia di Gaza e lavorano negli ambiti del giornalismo, dei diritti umani, dell’educazione, dell’agricoltura. Cerchiamo di difendere e promuovere i diritti della popolazione civile palestinese di fronte all’occupazione israeliana e alle operazioni militari. Oltre ad essere noi stessi testimoni oculari, raccogliamo informazioni dalle nostre reti personali in tutta la Striscia di Gaza, dai media locali, dal personale medico e dalle ONG internazionali presenti a Gaza. Verifichiamo ciò che divulghiamo e speriamo che i nostri resoconti possano contribuire a rendere più accurata la copertura mediatica della situazione di Gaza."

L'APPELLO DEGLI ATTIVISTI ISM IN GAZA


"Cari tutti,
vi chiediamo tutto il supporto possibile per l popolazione assediata della Striscia di Gaza.
Qui a Gaza, oltre 10 persone sono state uccise fino a questo momento nell'operazione israeliana ch...
iamata "Pilastro della Difesa", nelle ultime 7 ore; tra loro, molti bambini tra cui Raneen Arafat, 7 anni, e un bambino di 11 mesi. Abbiamo visto corpi carbonizzati di bambini morti e feriti riversarsi all'ospedale Al-Shifa di Gaza city e negli altri ospedali dislocati nella Striscia. 50 attacchi aerei su tutta la Striscia fino ad ora. Esplosioni assordanti ci hanno scosso tutti, come le bombe atterrate vicino a noi nelle strade intorno alle università. Forti esplosioni si stanno verificando tutto intorno a noi a Gaza City mentre scrivo, intere famiglie sono state ferite. Possiamo sentire anche gli spari dalle navi da guerra israeliane. Si dice che sia possibile che molto presto ci sia l'invasione di terra.
Più di 330 bambini sono stati uccisi nell'ultima sanguinaria operazione come questa, Piombo Fuso, che ha ucciso più di 1400 persone in totale, per lo più civili. Stiamo testimoniando da ospedali, strade e aree bombardate. Quanti, terrorizzati nelle loro case, perderanno la vita entro domani, o dopo i giorni degli attacchi aerei, via terra e via mare che ISraele ha annunciato. VOI POTETE FARE LA DIFFERENZA. MUOVETEVI. AGITE ADESSO PER FERMARE UN'ALTRO BAGNO DI SANGUE A GAZA. L'IMMOBILISMO DEL MONDO CI HA PORTATI A QUESTO PUNTO".



Appello di Hanan Makhloufi 



E’ ora di svegliarsi, le cose vanno cambiate!

Il genocidio a Gaza va’ fermato, la verità deve circolare e tutti devono conoscere le crudeltà che subisce questo popolo a cui è sottratta la propria terra. Sopra questa popolazione un cielo uguale al nostro, ma che al posto di rondini e uccelli vede aerei d’attacco. Qui parliamo di una guerra mai accettata, squilibrata e ingiusta! Il popolo palestinese sente le sue ore contate, per loro un minuto vale un nostro intero mese!
Grida di aiuto e lacrime di sangue è ciò che arriva da quella Terra Santa, ma ciò che più li ferisce è che il mondo sta seduto sullo sdraio a prendersi il sole mentre loro ora dopo ora sono bruciati vivi dallo stesso sole. Non c’è più tempo, non possiamo più aspettare: qui e adesso deve nascere la più grande rivoluzione pacifica mondiale. Non c’è bisogno di nessun tipo di arma per sconfiggere quel popolo disumano, Israele, con l’unione di tutti i popoli del mondo si riuscirebbe nel più grande degli intenti: una guerra di parole.
Questo bagno di sangue non può andare avanti, qui si tratta dei nostri fratelli, persone che hanno il nostro stesso diritto di vivere nella loro patria. Ebbene io faccio appello a tutte le persone di autorità che hanno il potere di muoversi, faccio appello a chi non capisce che quelle persone potrebbero essere loro famigliari. Chi vorrebbe vedere i propri figli morire così? Privati della loro infanzia, della loro educazione, del loro futuro? Chi vorrebbe vedere il proprio popolo seppellito vivo? Abbiamo il dovere di RESTARE UMANI e di iniziare a pensare alla soluzione. Ci stanno chiedendo aiuto, non possiamo far finta di niente. E’ giunta davvero l’ora di cambiare questo mondo, pronti o meno è ora di farlo! Che abbia inizio la Rivoluzione della Parola, il mondo deve conoscere e la Palestina deve rinascere.






In diretta da Gaza, Michele Giorgio spiega i motivi dello scoppio del conflitto tra le due fazioni:
http://www.globalproject.info/it/mondi/in-diretta-da-gaza-michele-giorgio/12770

Alcuni siti consigliati per aggiornamenti in tempo reale sulla situazione:

- Nena News: 
http://nena-news.globalist.it/Detail_News_DisplayID=41118&typeb=0&DIRETTA-Gaza-sotto-attacco

- Gaza Tv News: http://gazatvnews.com/ 

- International Solidarity Movement: http://palsolidarity.org/

- Infopal: http://www.infopal.it/

- Alakhbar: http://english.al-akhbar.com/live-event/israel-declares-war-gaza 


-  Al Jazeera:   http://www.aljazeera.com/

Su twitter : #GazaUnderAttack #SupportGaza


E' in corso un'azione di Amnesty International su Twitter, per chiedere che cessino gli attacchi indiscriminati sulla popolazione civile a Gaza e nel sud di Israele

I tweet consigliati sono:

Feel enraged by the violence in #Gaza & #Israel? Demand that @netanyahu & @AlqassamBrigade stop attacks on civilians


.@netanyahu @IsraelMFA @AlqassamBrigade No more indiscriminate airstrikes or rockets in #Gaza & #Israel

.@netanyahu @IsraelMFA @AlqassamBrigade Stop indiscriminate airstrikes and rockets in #Gaza & #Israel now

Civilian casualties are mounting in #Gaza & #Israel. Stop attacks on civilians now @netanyahu @IsraelMFA @AlqassamBrigade

The world is watching & we demand you stop attacks on civilians @netanyahu @IsraelMFA @AlqassamBrigade

Women & children are dying in #Gaza & #Israel; Stop the attacks on civilians @netanyahu @IsraelMFA @AlqassamBrigade

FOTO DEI BOMBARDAMENTI







Alcuni video che documentano giornate di guerra:












Israeliani protestano contro la violenza e la brutalità delgli atacchi del loro esercito verso la Striscia





Oltre 100 palestinesi sono stati arrestati in Cisgiordania per aver manifestato contro le violenze dell'esercito israeliano. Il video riportato di seguito, rappresenta la brutalità del regime di Netanyahu anche contro gli israeliani che non vogliono la violenza, ma la pace con la Palestina.

09/11/12

Manifestazione artisti di strada: “Proprio Roma, la città dell’arte, è stata ridotta ad un chiaro simbolo di regresso culturale”

Prosegue l’azione di protesta degli artisti di strada contro un regolamento che impedisce loro di manifestare liberamente la loro arte.  La delibera 24/2012 di Roma Capitale ha introdotto pesanti restrizioni alla street art, che da millenni affascina e riunisce, benché per qualche minuto, folle di grandi e piccini senza distinzione alcuna. É pur vero, forse proprio in ragione del potere aggregante della stessa, che è stata da sempre limitata e perseguita dalla legge, non dimenticando poi, che ciò che non è sorvegliabile, a chi governa non piace mai. “L’arte di strada – spiega Maria Grazia Fiore, portavoce del movimento ‘La Strada Libera Tutti’ – rappresenta, in Italia come in ogni parte del mondo, un’espressione libera e  quindi difficile da poter in qualche modo regolamentare. Personaggi eclettici ed eccentrici si muovono per le strade, scivolano via svanendo sotto un alone di luna e riappaiono sorridenti ed inebrianti al chiaro sole del giorno dopo. Rappresenta una forma da dover senz’altro reprimere perché non controllabile, e tutto quello che è non controllabile ovviamente provoca un senso di timore. Nessuno si sognerebbe di cancellare l’arte di strada e i suoi artisti, in quanto rappresentano un chiaro invito alla pacifica e serena collettività di gruppo in quanto l’arte di strada porta aggregazione tra giovani e unione tra le varie etnie. Questo succede perché il volere di un gruppo di dirigenti o chi per loro non vuole in assoluto questo. Il perché è misterioso”. Da millenni, si cerca di impedire lo svolgersi di esibizioni artistiche improvvisate, che divergono dal lucro e mirano esclusivamente ad intrattenere e regalare qualche attimo di divertimento, a ricordare alle persone che tutto sommato un sorriso può aiutarci e che la vita non è così pesante così come vogliono farci apparire. Ci regalano, insomma, qualche attimo di libertà dello spirito.

Il nuovo regolamento comunale infligge un grave colpo all’arte di strada, in quanto “Roma viene allontanata dal panorama europeo e la delibera è chiara, non vuole rientrare nell’ottica di  far valere la propria cultura in campo internazionale – ci racconta Maria Grazia Fiore -. Così facendo, si avvale di un diritto incivile negando di fatto l’espressione dell’arte di strada in ogni sua forma e  cancellando la  dignità artistica e il  lavoro creativo. Il perché ce lo domandiamo ogni giorno, ma ancora non riusciamo a darci una risposta. Non abbiamo parole per commentare quello che sta succedendo nella Capitale…proprio Roma, la città delle arti e delle bellezze, ridotta ad un chiaro simbolo di regresso culturale, senza  I suoi artisti che da sempre l’hanno inneggiata. Roma è diventata una città sola e desolata, privata della sua vera anima.
I punti caldi della delibera 24/2012 sono il divieto dell’utilizzo degli strumenti a fiato e a percussione, il divieto di amplificazione, la limitazione a sole due ore di lavoro, l’ assegnazione di postazioni prestabilite e limitate a  poche piazze della città, la limitazione ad un massimo  di cinque elementi per gruppo artistico, la previsione di ammende a partire da 100 fino ad un massimo di 1000 euro e sequestro dell’attrezzatura, l’assegnazione e l’iscrizione ad un albo che discrimina le realtà degli artisti stranieri. Tuttavia, secondo il recente verdetto del Tar del Lazio, il regolamento non genererebbe “un pregiudizio grave, immediato e non reintegrabile”, anche se saranno necessari approfondimenti su alcuni punti. Dal Coordinamento Romano degli Artisti di Stada (Coo.R.A.S.), determinante ed influente per la stesura del precedente regolamento entrato in vigore nel 2000, non si riesce ancora a capire come mai i tavoli di discussione con l’amministrazione romana per stabilire le nuove misure non siano serviti a nulla: “Il Coo. R.A.S. è riuscito fino all’ultimo a patteggiare con l’ amministrazione capitolina, con incontri e discussioni per migliorare la delibera, rendendola più elastica ed efficace in ogni suo punto, cercando di far riflettere i dirigenti che chi sta per strada sa quanto è difficile l’impegno e il lavoro che ogni giorno viene svolto con dedizione e passione dagli artisti. Ma, quando il tutto sembrava andare per il meglio, il 12 Aprile 2012 viene votata la Delibera n° 24. Ovviamente la giunta capitolina non ha rispettato il lavoro svolto dal Coordinamento Romano degli Artisti di Strada ed ha approvato l’attuale normativa, suscitando dissenso e delusione da parte di tutti gli artisti che speravano in un accordo vero e sincero” spiega ancora la portavoce degli artisti di strada, che sottolinea anche come le norme decretate abbiano leso la dignità degli artisti: “La dignità di un’ artista è lesa quando contrariamente alla sua volontà non può esprimere la propria arte. Questo per ogni artista rappresenta il male più doloroso, che distrugge la componente creativa. Dove non vi è più confine tra reale ed immaginario, egli si pone al centro della sua ispirazione regalando  la propria genialità al servizio dell’intera umanità, come fonte inesauribile di conoscenza e sapere, partecipando al concreto sviluppo dell’educazione letteraria di ogni individuo. Da sempre il sapere del mondo passa dentro le varie forme artistiche per sopravvivere e sviluppare la propria evoluzione intellettuale e da sempre gli artisti sono i figli della Conoscenza di tutte le civiltà. Negando tutto ciò si nega una società civile. Questo la classe dirigente lo sa molto bene”.

Abbiamo chiesto a Maria Grazia Fiore, che oltre ad essere portavoce degli artisti di strada è anche attrice teatrale, se la gente riesca ancora a riconoscere un talento dalla mediocrità volontariamente promossa da Major e Talent Show: “Credo di si. Ogni talento è sempre simbolo di creatività, quindi chi ascolta e guarda un giovane artista riconosce la sua espressione artistica. Tuttavia, l’involuzione dei mass-media ha reso questi giovani talenti “polpa” da vendere al dettaglio e massificazione da svendere al primo offerente. L’arte è una salita faticosa e ripida da percorrere, una fonte continua di creatività di ogni genere e forma, la televisione non fa altro che distruggere il lungo percorso di attività creativa inventando show scadenti e privi di senso culturale. Non è un problema di chi si esibisce, ma come ti fanno apparire, di come ti vincolano, ti censurano, ti raggirano…e chi ne va di mezzo il più delle volte sono giovani talenti che confidano in una speranza che si trasforma mera illusione”.

Per capire bene il fenomeno, basti ricordare l’espisodio di Joshua Bell, violinista di fama internazionale, che si esibì in una stazione della metropolitana di Washington tra l’indifferenza dei passanti: “Questo è il risultato dell’operato di gran parte dei mezzi di comunicazione – commenta la portavoce del movimento in difesa dei street artist -, bersagliando le coscienze ed annientando la capacità di inventiva individuale, si trasforma tutto in una indifferenza brutale e raccapricciante, che rende l’essere umano bieco e insoddisfatto del proprio vivere quotidiano. Tutto si riduce alla frenesia di correre per raggiungere chissà quale obbiettivo o quale meta. L’importante è superare  a qualunque costo il caro prezzo della propria vita, il resto diventa superfluo. Siamo ormai invasi dalle pubblicità, dalle belle macchine e dalle case di tutto lustro e per raggiungere tutto questo gli animi si piegano e si lacerano nella speranza di riuscire ad avere in qualche forma una vita alquanto ‘dignitosa’. É  stata spostata l’attenzione su beni materiali, in quanto la marcia verso l’economia mondiale è l’unica salvezza che ci propongono É stata inabissata la dote più vera di tutti gli esseri viventi, ovvero la propria sensibilità e spiritualità, che da sempre  è stata l’unica arma per un progresso intellettuale e di solidarietà. Quando Joshua Bell suonava nella metropolitana un fiume di gente gli passa accanto con il cuore chiuso e gli occhi proiettati nel niente infinito, ma la sua musica senz’altro ha fatto breccia nei loro animi in quanto l’Arte ha il potere assoluto di cambiare le coscienze di tutti noi”.

Eleonora Pochi