09/11/12

Manifestazione artisti di strada: “Proprio Roma, la città dell’arte, è stata ridotta ad un chiaro simbolo di regresso culturale”

Prosegue l’azione di protesta degli artisti di strada contro un regolamento che impedisce loro di manifestare liberamente la loro arte.  La delibera 24/2012 di Roma Capitale ha introdotto pesanti restrizioni alla street art, che da millenni affascina e riunisce, benché per qualche minuto, folle di grandi e piccini senza distinzione alcuna. É pur vero, forse proprio in ragione del potere aggregante della stessa, che è stata da sempre limitata e perseguita dalla legge, non dimenticando poi, che ciò che non è sorvegliabile, a chi governa non piace mai. “L’arte di strada – spiega Maria Grazia Fiore, portavoce del movimento ‘La Strada Libera Tutti’ – rappresenta, in Italia come in ogni parte del mondo, un’espressione libera e  quindi difficile da poter in qualche modo regolamentare. Personaggi eclettici ed eccentrici si muovono per le strade, scivolano via svanendo sotto un alone di luna e riappaiono sorridenti ed inebrianti al chiaro sole del giorno dopo. Rappresenta una forma da dover senz’altro reprimere perché non controllabile, e tutto quello che è non controllabile ovviamente provoca un senso di timore. Nessuno si sognerebbe di cancellare l’arte di strada e i suoi artisti, in quanto rappresentano un chiaro invito alla pacifica e serena collettività di gruppo in quanto l’arte di strada porta aggregazione tra giovani e unione tra le varie etnie. Questo succede perché il volere di un gruppo di dirigenti o chi per loro non vuole in assoluto questo. Il perché è misterioso”. Da millenni, si cerca di impedire lo svolgersi di esibizioni artistiche improvvisate, che divergono dal lucro e mirano esclusivamente ad intrattenere e regalare qualche attimo di divertimento, a ricordare alle persone che tutto sommato un sorriso può aiutarci e che la vita non è così pesante così come vogliono farci apparire. Ci regalano, insomma, qualche attimo di libertà dello spirito.

Il nuovo regolamento comunale infligge un grave colpo all’arte di strada, in quanto “Roma viene allontanata dal panorama europeo e la delibera è chiara, non vuole rientrare nell’ottica di  far valere la propria cultura in campo internazionale – ci racconta Maria Grazia Fiore -. Così facendo, si avvale di un diritto incivile negando di fatto l’espressione dell’arte di strada in ogni sua forma e  cancellando la  dignità artistica e il  lavoro creativo. Il perché ce lo domandiamo ogni giorno, ma ancora non riusciamo a darci una risposta. Non abbiamo parole per commentare quello che sta succedendo nella Capitale…proprio Roma, la città delle arti e delle bellezze, ridotta ad un chiaro simbolo di regresso culturale, senza  I suoi artisti che da sempre l’hanno inneggiata. Roma è diventata una città sola e desolata, privata della sua vera anima.
I punti caldi della delibera 24/2012 sono il divieto dell’utilizzo degli strumenti a fiato e a percussione, il divieto di amplificazione, la limitazione a sole due ore di lavoro, l’ assegnazione di postazioni prestabilite e limitate a  poche piazze della città, la limitazione ad un massimo  di cinque elementi per gruppo artistico, la previsione di ammende a partire da 100 fino ad un massimo di 1000 euro e sequestro dell’attrezzatura, l’assegnazione e l’iscrizione ad un albo che discrimina le realtà degli artisti stranieri. Tuttavia, secondo il recente verdetto del Tar del Lazio, il regolamento non genererebbe “un pregiudizio grave, immediato e non reintegrabile”, anche se saranno necessari approfondimenti su alcuni punti. Dal Coordinamento Romano degli Artisti di Stada (Coo.R.A.S.), determinante ed influente per la stesura del precedente regolamento entrato in vigore nel 2000, non si riesce ancora a capire come mai i tavoli di discussione con l’amministrazione romana per stabilire le nuove misure non siano serviti a nulla: “Il Coo. R.A.S. è riuscito fino all’ultimo a patteggiare con l’ amministrazione capitolina, con incontri e discussioni per migliorare la delibera, rendendola più elastica ed efficace in ogni suo punto, cercando di far riflettere i dirigenti che chi sta per strada sa quanto è difficile l’impegno e il lavoro che ogni giorno viene svolto con dedizione e passione dagli artisti. Ma, quando il tutto sembrava andare per il meglio, il 12 Aprile 2012 viene votata la Delibera n° 24. Ovviamente la giunta capitolina non ha rispettato il lavoro svolto dal Coordinamento Romano degli Artisti di Strada ed ha approvato l’attuale normativa, suscitando dissenso e delusione da parte di tutti gli artisti che speravano in un accordo vero e sincero” spiega ancora la portavoce degli artisti di strada, che sottolinea anche come le norme decretate abbiano leso la dignità degli artisti: “La dignità di un’ artista è lesa quando contrariamente alla sua volontà non può esprimere la propria arte. Questo per ogni artista rappresenta il male più doloroso, che distrugge la componente creativa. Dove non vi è più confine tra reale ed immaginario, egli si pone al centro della sua ispirazione regalando  la propria genialità al servizio dell’intera umanità, come fonte inesauribile di conoscenza e sapere, partecipando al concreto sviluppo dell’educazione letteraria di ogni individuo. Da sempre il sapere del mondo passa dentro le varie forme artistiche per sopravvivere e sviluppare la propria evoluzione intellettuale e da sempre gli artisti sono i figli della Conoscenza di tutte le civiltà. Negando tutto ciò si nega una società civile. Questo la classe dirigente lo sa molto bene”.

Abbiamo chiesto a Maria Grazia Fiore, che oltre ad essere portavoce degli artisti di strada è anche attrice teatrale, se la gente riesca ancora a riconoscere un talento dalla mediocrità volontariamente promossa da Major e Talent Show: “Credo di si. Ogni talento è sempre simbolo di creatività, quindi chi ascolta e guarda un giovane artista riconosce la sua espressione artistica. Tuttavia, l’involuzione dei mass-media ha reso questi giovani talenti “polpa” da vendere al dettaglio e massificazione da svendere al primo offerente. L’arte è una salita faticosa e ripida da percorrere, una fonte continua di creatività di ogni genere e forma, la televisione non fa altro che distruggere il lungo percorso di attività creativa inventando show scadenti e privi di senso culturale. Non è un problema di chi si esibisce, ma come ti fanno apparire, di come ti vincolano, ti censurano, ti raggirano…e chi ne va di mezzo il più delle volte sono giovani talenti che confidano in una speranza che si trasforma mera illusione”.

Per capire bene il fenomeno, basti ricordare l’espisodio di Joshua Bell, violinista di fama internazionale, che si esibì in una stazione della metropolitana di Washington tra l’indifferenza dei passanti: “Questo è il risultato dell’operato di gran parte dei mezzi di comunicazione – commenta la portavoce del movimento in difesa dei street artist -, bersagliando le coscienze ed annientando la capacità di inventiva individuale, si trasforma tutto in una indifferenza brutale e raccapricciante, che rende l’essere umano bieco e insoddisfatto del proprio vivere quotidiano. Tutto si riduce alla frenesia di correre per raggiungere chissà quale obbiettivo o quale meta. L’importante è superare  a qualunque costo il caro prezzo della propria vita, il resto diventa superfluo. Siamo ormai invasi dalle pubblicità, dalle belle macchine e dalle case di tutto lustro e per raggiungere tutto questo gli animi si piegano e si lacerano nella speranza di riuscire ad avere in qualche forma una vita alquanto ‘dignitosa’. É  stata spostata l’attenzione su beni materiali, in quanto la marcia verso l’economia mondiale è l’unica salvezza che ci propongono É stata inabissata la dote più vera di tutti gli esseri viventi, ovvero la propria sensibilità e spiritualità, che da sempre  è stata l’unica arma per un progresso intellettuale e di solidarietà. Quando Joshua Bell suonava nella metropolitana un fiume di gente gli passa accanto con il cuore chiuso e gli occhi proiettati nel niente infinito, ma la sua musica senz’altro ha fatto breccia nei loro animi in quanto l’Arte ha il potere assoluto di cambiare le coscienze di tutti noi”.

Eleonora Pochi

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