18/12/12

Maso Notarianni: “Stiamo tornando al Medioevo”

Notarianni è uno che di giornalismo, quello vero, ne sa davvero parecchio. Uno “da battaglia” come si suole dire di tali figure. Già dalle prime esperienze come inviato fino all’ultimo respiro di E-il Mensile online, edito da Emergency ed evoluzione di Peacereporter, la sua mission è sempre stata quella di portare ai nostri occhi storie di vita, raccontate in una maniera che ci ha permesso di capire cosa c’è dietro un “semplice” flash in stile: “Strage di civili, migliaia gli sfollati”. Una notizia sterile lanciata al TG in qualche secondo non viene di certo assorbita e compresa, se non raccontata con gli occhi di chi vive un determinato contesto. Prima con Peacereporter, poi con E-Il Mensile on line e cartaceo, Maso, anche grazie a tutto il team coinvolto, vince una grande sfida: innescare una sorta di maturazione nel modo di ragionare su questioni che succedono fuori dai confini nazionali che quasi nessuno racconta, guardare ad una guerra ed essere in grado di cogliere le tragedie e le ingiustizie che si consumano in essa.

Siamo consapevoli di lasciare un buco importante – ha scritto Notarianni nel suo editoriale di saluto -, ma certi anche di aver assolto al compito fondativo: quello di far aprire gli occhi su quel che accade nel mondo. Di avvicinare culture e raccontarle per come sono, e cioè più vicine e simili di quanto molti pensano perché ingannati da una informazione spesso troppo superficiale”. Con il sito, ha chiuso i battenti anche il mensile cartaceo di cui Maso aveva la direzione insieme a Gianni Mura, anch’egli amareggiato dell’improvvisa chiusura, ma consapevole di aver fatto il possibile per evitarla: “La crisi pesa anche sull’editore, cioè su Emergency, che non è più disponibile ad accollarsi il passivo (non esorbitante) della gestione. Non ci trovo nulla da eccepire: prima vengono gli ospedali, poi i giornali”. Insomma, Gino Strada chiude il giornale per gli ospedali, ma i nostri tecnici chiudono gli ospedali pur di non privarsi di alcuni dei principeschi privilegi di cui godono, nonostante una crisi epocale che sta portando il Paese alla fame. In riguardo, Maso Notarianni: “Non credo che i nostri tecnici taglino sulla sanità, o annuncino che il SSN potrebbe fallire per garantirsi principeschi privilegi, ma per aprire la strada, secondo una ideologia ben precisa, all’intervento delle assicurazioni (cioè ancora una volta del sistema finanziario) nella Sanità ponendo i presupposti alla creazione del modello statunitense, dove chi  ricco si cura e chi è non è abbastanza ricco muore, letteralmente, per la strada. I giganteschi privilegi sono indecenti e da eliminare, sia chiaro. Ma qui c’è davvero in gioco quel faticosissimo e costosissimo (anche in termini di vite umane) tentativo di costruzione dei diritti universali, che ha caratterizzato gli ultimi 150 anni della storia del mondo. Che ha certamente creato problemi ai possessori di enormi ricchezze i quali stanno facendo di tutto per tornare a uno status quo nel quale rapporti di forza non erano nemmeno messi in discussone: il medioevo”.

Nell’ultimo editoriale per E-il Mensile, Notarianni ha sottolineato che fare controinformazione, nel mondo di giornalismo, porta di sicuro ad un riscontro positivo, ma si deve anche fare i conti con qualche aspetto negativo. Ma cosa vuol dire fare “controinformazione” in un Paese come il nostro? “Nel linguaggio mainstream  (che è l’unico, ahinoi, compreso dalla stragrande maggioranza della gente) – spiega l’ex direttore dell’ala editoriale di Emergency -, controinformazione significa una presa di posizione a priori, ideologica, e quindi viziata dall’interesse di chi la fa. Per questo io ho sempre cercato di fare informazione. E cioè di raccontare le cose (tutte, anche quelle che sono scomode, che altri non raccontano perché ti mettono in gioco e in discussione) con il linguaggio tipico del mainstream, comprensibile a tutti, il più semplice possibile.  È questo, in realtà, il fare controinformazione: parlare ai cittadini di questo Paese delle cose di cui nessuno parla, ma utilizzando una forma di comunicazione comprensibile a quante più persone possibili”.  Lo slogan di E-il Mensile era “per chi è stanco di farsela raccontare”, dunque Maso raccomanda a costoro: “Guardatevi in giro. Scegliete, non accontentatevi mai. Ma soprattutto comunicate a vostra volta. Anche solo il vostro perché siete stanchi di farvela raccontare”.
Si sa, di libera informazione in Italia ce n’è ben poca. Dopo la chiusura del sito e del mensile ancora meno. Ma se un giornalista come Notarianni, con una intensa e notevole esperienza alle spalle, ha dichiarato esplicitamente che il marcio nella mela della stampa nostrana sia nel “perverso rapporto tra editori e politica”, come si può allora far aprire gli occhi su quello che realmente accade nel mondo? “Sincero? Non lo so. O meglio so che in un Paese civile ci dovrebbero essere delle regole, e soprattutto un’etica, che impediscano le collusioni tra editoria, politica, economia, pubblicità. Ma questo, oggi, è un’utopia. E le utopie sono quelle cose che hanno fatto crescere la specie umana”. Ad oggi Notarianni scrive sul suo blog Casino Totale.

Eleonora Pochi