18/07/11

Buon compleanno Nelson Mandela, maestro di vita

Il 18 luglio è stata proclamata dalle Nazioni Unite, una giornata internazionale dedicata al premio nobel che ha combattuto e vinto la battaglia all'apartheid

Ha insegnato al mondo intero che la forza delle parole è più potente di qualsiasi oppressione. Si direbbe che sia il premio nobel per la pace più meritato nella storia dell’umanità, quello attribuito a Nelson Mandela, un uomo che ha combattuto per la libertà e la democrazia, liberando un intero paese dall’apartheid. Rolihlahla, nome di battesimo che significa bizzarramente “colui che provoca guai”, nasce il 18 luglio del 1918 nel villaggio di Mvezo, nei pressi di Città del Capo.  Grazie ad una buona stabilità economica della sua famiglia, Nelson riesce a seguire l’Università dove inizia a condurre la sua lunga battaglia per la libertà. Nel 1940 lascia gli studi per ragioni politiche, iniziando poi a collaborare come praticante in uno studio legale. Poco più tardi, nel 1948, vince le elezioni il partito che rappresenta la comunità bianca, il National Party, che innesca da subito il terribile processo di segregazione razziale, separando i bianchi dai neri e vietandone i matrimoni. I bianchi sono gli unici a possedere diritti politici e ad avere accesso a determinate professioni.

Mandela partecipa attivamente al Congress of the People, che riunisce numerosi movimenti democratici ed antirazzisti. Nel 1961 è nominato capo dell’ANC, l’organizzazione militare costituita con lo scopo di sabotare gli obiettivi militari e civili del regime. Il 5 agosto 1962 Mandela viene arrestato con l’accusa di terrorismo e sovversione. Il discorso di quattro ore di Mandela, tenuto durante il processo, passa alla Storia quale emblema di veri principi ispiratori della lotta per la libertà: “Ho coltivato l’ideale di una società democratica e libera in cui tutte le persone vivono insieme in armonia e con pari opportunità. E’ un ideale per il quale spero di vivere e che mi auguro di raggiungere, ma, se sarà necessario, è un ideale per il quale sono pronto a morire”. Egli è condannato all’ergastolo: “Più potente della paura per l’inumana vita della prigione è la rabbia per le terribili condizioni nelle quali il mio popolo è soggetto fuori dalle prigioni”.

Nonostante abbia la possibilità di scrivere una lettera all’esterno ogni sei mesi, Mandela riesce a mantenere la sua leadership divenendo in tutto il mondo il simbolo della lotta all’apartheid. La comunità internazionale condanna il regime sudafricano, facendo pressioni, attraverso il movimento “Free Nelson Mandela!” sulla classe dirigente per la liberazione del prigioniero. Nel 1990 il nuovo presidente Frederik Willem de Klerk decide la scarcerazione di Mandela e la legalizzazione dell’African National Congress, intraprendendo timide trattative.
Alle elezioni del 1994 l’ANC si afferma partito vincente, con un numero straordinario di voti, e Nelson Mandela diviene così il primo presidente nero del Sudafrica. Il nuovo governo intraprende una nuova linea d’azione, ispirata al principio dell’uguaglianza, mirando a ricompattare i cittadini in un unico popolo e desegregando qualsiasi angolo. Nel 1995, in occasione dei mondiali di rugby, Mandela si adopera in prima persona per fare dello sport un ulteriore veicolo d’unione.

Durante il campionato gli Springbocks, squadra nazionale rappresentativa del Sudafrica bianco, vengono sostenuti da tutto il Paese, lo stadio è teatro di un’unione sincera e spontanea tra bianchi e neri, una gioia naturale che mai il Sudafrica del regime avrebbe potuto immaginare. In quell’anno la squadra sudafricana, molto meno preparata di molte altre in gara, vince la coppa del mondo. Le immagini di neri e bianchi che gioiscono abbracciandosi, resteranno nella Storia.  Mandela ha più volte dichiarato: “La mia famiglia è composta da 42 milioni di persone”, viceversa per milioni di esseri umani egli è un maestro di vita tanto quanto un padre, un nonno o un fratello. Dunque, i nostri migliori auguri, Mister Mandela.


"Mai e poi mai dovrà accadere che questa splendida terra conosca di nuovo l’oppressione dell’uomo sull’uomo. Che il sole non tramonti mai su questa gloriosa conquista dell’umanità"

Eleonora Pochi
Fonte: Fuori le Mura

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