01/08/11

Somalia: vertice mondiale Fao a Roma

Le Ong locali e internazionali da mesi hanno lanciato l’allarme, ma come, nel nostro piccolo, successe per Lampedusa qualche tempo fa, finché non si raggiunge palesemente il collasso, anche dilemmi così rilevanti come la catastrofe somala, non riescono a spronare all’azione immediata

In Somalia é in atto la crisi umanitaria più grave dal secondo dopoguerra, con un tasso di malnutrizione di oltre il 50% ed una mortalità infantile visibilmente alle stelle. Ogni giorno muoiono sei bambini sotto i cinque anni, uccisi dalla fame, dai ribelli o persino sbranati dalle iene. L’acuirsi di una crisi annunciata già da mesi dalle organizzazioni umanitarie, è spiegato dalla presenza congiunta di due fenomeni devastanti quali la guerra interna, che arruola centinaia di bambini come soldati, e la piaga della siccità che investe l’intero Corno d’Africa e che sta portando alla fame oltre undici milioni di persone. Più di 750 mila somali hanno cercato rifugio nei paesi vicini e molti stanno ancora tentando di trovare una via di fuga. I campi profughi allestiti oltreconfine dall’Alto commissariato Onu per i rifugiati, il più grande dei quali nella città keniota di Dabaab, stentano a fronteggiare la tragica situazione. L’agenzia delle Nazioni Unite in questione ha reclamato ai paesi donatori circa 136 milioni di dollari per fornire aiuti al popolo sudanese. La richiesta avanzata ha favorito la calendarizzazione imminente di un vertice straordinario Fao che si svolgerà a Roma, lunedì 25 luglio, e che coinvolgerà i rappresentanti dei 191 paesi membri, le agenzie Onu, le banche dello sviluppo e le organizzazioni non governative, al fine di elaborare un programma straordinario di aiuti per la Somalia.

“Centinaia di persone muoiono ogni giorno – ha dichiarato Jaques Diouf, direttore generale della Fao – e se non agiamo, molti altri perderanno la vita. Oltre all’assistenza alimentare, di cui c’è bisogno adesso, dobbiamo anche aumentare gli investimenti per interventi immediati e di medio termine, per aiutare gli agricoltori e le loro famiglie, a proteggere le loro attività e continuare a produrre cibo”.
D’altra parte i Shabaab, gruppi estremisti che controllano gran parte della Somalia, costituiscono un serio impedimento per l’accesso degli operatori umanitari, rifiutando da anni l’aiuto internazionale. Il portavoce dei Shabaab ha tenuto a precisare: “C’è siccità in Somalia, ma non carestia, quanto viene dichiarato dalle Nazioni Unite è falso al 100%”.  Un paese martoriato da povertà, guerra e siccità si trova in balia dell’egemonia di bande ribelli, che fanno i capricci davanti a milioni di morti per fame. Al contempo, sarebbe opportuno riflettere sulle parole di Anna Ridout, portavoce del gruppo Oxfam di Dabaab: “La comunità internazionale spesso non fa nulla fino all’emergenza – dichiara la cooperante a Metro -. Invece la carestia si dovrebbe prevenire, non combattere. Sarebbe anche più economico”.

Eleonora Pochi

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