21/06/11

Battiquorum, defibrillatore di un'Italia malmessa

Il referendum ha significato una vera vittoria per il popolo, una boccata di democrazia nel mare dell'oligarchia che da anni non fa altro che affogare i diritti di milioni di cittadini


Finalmente ci si può rassicurare: tra le bollette a fine mese non ci sarà anche quella dell'acqua, tra l'altro calcolata in base alla remunerazione dei grandi investitori, e mancherà anche la radioattività ad avvelenarci. Inoltre si è data una bella spinta in tribunale a chi ha voluto usare ed abusare di leggi per evitare processi penali in nome di un ridicolo impedimento.
Subito dopo le 15.00 del 13 giugno, la diatriba politica ha invaso giornali e televisioni cercando, come oramai si fa da anni, di strumentalizzare perfino simili questioni, ricollegando il risultato ad una sconfitta della Destra da parte della Sinistra. Ebbene, si è esausti anche di questo. Il bene comune non ha colore politico, non si può rifilare la politica anche dove non si dovrebbe neanche accostarla, giacché la natura di questo referendum fortunatamente ne è discosta. Un grazie particolare va, in primis, ai Comitati promotori, che si sono fatti carico di una straordinaria lotta per i diritti comuni, grazie alla quale è stato possibile raggiungere il quorum.

“Abbiamo tenacemente portato avanti questo impegno – spiega il Comitato '2 sì per l'acqua bene comune' - perché crediamo che su un tema così cruciale per il futuro di tutti debba esserci consapevolezza e partecipazione. Il percorso non è stato facile: solo negli ultimi giorni abbiamo avvertito che la situazione si stava sbloccando, che l'ostilità nei confronti dei referendum era meno forte della voglia di partecipare e di esprimersi di una società che ha sempre meno possibilità ed occasione di farlo”.Quei 'pazzi' di Greenpeace, quegli indisponenti del Comitato per l'acqua, ma anche tutti i sostenitori, i giovani e meno giovani che hanno saputo rianimare un'Italia in coma, ragionare e comprendere che il profitto non può divorare anche questo. Il primo passo è stato fatto. Quel 57% necessita una doppia lettura. Se da una parte è un'illustre vittoria democratica, dall'altra ci si chiede come mai che per simili faccende il Paese non sia sceso più massicciamente in campo per difendere il bene comune. Ci levano l'acqua e ci avvelenano l'aria, ma al 43% degli italiani poco interessa. L'Italia deve imparare a reagire, tutta. Ed è grazie a quella parte sana che si continua a guardare in alto, sperando che il prima possibile da Milano a Palermo ci si risvegli dal torpore.

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