11/04/11

Immigrazione: E' emergenza umanitaria ma il Governo non si muove

Mentre arrivano migliaia di immigrati dall'altra sponda del Mediterraneo e l'Italia si spacca in due sull'accoglienza di profughi e fuggiaschi, il premier promette il recupero di Lampedusa con casinò e campi da golf


Mercoledì 30 marzo Lampedusa s'è trasformata per qualche ora in “Isola dei Famosi”, teatro di una messa in scena simile a quella presentata ai cittadini aquilani, piegati dal terremoto.
“Il governo presenterà al prossimo consiglio dei ministri la candidatura di Lampedusa al Nobel della pace”. Così ha esordito il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, cercando di accaparrarsi la fiducia degli isolani, protagonisti di un'emergenza umanitaria senza precedenti, che da mesi sta investendo il nostro paese. Il discorso del Premier è stato caratterizzato da molteplici impegni, tra i quali, il più maestoso, di sgomberare l'isola dagli immigrati entro qualche ora: “Sono già iniziate le operazioni di imbarco dei migranti. In massimo 60 ore, Lampedusa sarà abitata soltanto dai lampedusani – rassicura Berlusconi e segue rivolgendosi alla folla – Come posso darvi la certezza che tutti i piani che annuncerò saranno trasformati in realizzazioni concrete? Mi sono detto: devo diventare Lampedusano anch'io. Mi sono attaccato ad internet ed ho scovato una casa bellissima di fronte la costa francese e l'ho comprata”. Numerose le promesse berlusconiane: un piano di pulizia dell'isola, un processo promozionale per risollevare il settore turistico, un “piano colore” per tinteggiare ed abbellire le strade in stile Portofino, casinò e campi da golf.Si lucida per bene la mela benché sia chiaramente marcia, tanto per confermare l'efficacia del “fingere di non vedere”.
Così Amnesty International, che ha evitato discorsi luccicanti, limitandosi ad analizzare il problema reale: “Il governo italiano ha creato l'emergenza umanitaria non provvedendo immediatamente ad organizzare accoglienza, smistamento ed identificazione degli immigrati”. Un'emergenza annunciata già dallo scorso gennaio, quando da Lampedusa partiva l'ignorato Mayday verso palazzo Chigi. La triste verità è che la soluzione all'emergenza umanitaria, almeno per ora, non c'è. Il Nord Italia mette le mani avanti rifiutandosi di accogliere tunisini, disponibile nel caso, giusto per accogliere qualche profugo. E' il caos. Le recenti dimissioni di Alfredo Mantovano(PdL) sono la conferma che nel Mezzogiorno si sta scaricando tutto il peso dell'emergenza: “Trovo inaccettabile il 'fuori dalle balle' di Bossi che equivale a 'tutti gli immigrati al sud' - ha dichiarato a Libero l'ex sottosegretario all'Interno -, anche perché da vent’anni il carico dei CIE è supportato da tre regioni: Sicilia, Calabria e Puglia. Ora è tutto concentrato in Sicilia e in Puglia. A Manduria. Che è diventata un’altra Lampedusa e ha già accolto tremila persone”.
In tutto questo, migliaia di africani stanno vivendo giornate allucinanti. Scappati dalle bombe oppure dalla povertà, si ritrovano in condizioni disumane. Molti fuggono verso la Francia per raggiungere qualche familiare, ma appena passano il confine a Ventimiglia vengono respinti dalla Gendarmerie francese. Abel Majid, giovane libico che ha cercato di raggiungere il padre in Francia, racconta a L'Espresso: “I consolati francesi non ti concedono il visto nemmeno se vuoi andare a trovare tuo padre. Se non hai un conto corrente pieno di soldi, la Francia non ti fa entrare. Mio padre vive e lavora in Francia da venti anni, mia mamma è morta”. Mentre da Parigi viene espressa piena solidarietà a Roma, persiste la netta chiusura verso l'ingresso di immigrati, che l'Unione Europea ha ammonito. Il paese governato da Francois Fillon, che potrebbe essere definito come il maggior promotore di questa guerra, non vuole però accogliere i “topi di fogna” (come definì Gheddafi i manifestanti) che scappano dalle bombe francesi. Il risiko infinito degli immigrati continua, tra CIE che assomigliano a lager a cielo aperto, i Cara di Crotone e Bari, villaggi della disperazione come quello previsto a Mineo, fughe di massa e respingimenti mentre il Sud Italia rischia di trasformarsi in tante piccole “Lampedusa”. Cosa farà il governo, prometterà campi da golf e Nobel per la pace ad ogni cittadina stracolma di fuggiaschi?

Eleonora Pochi
Fonte: Parolibero

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