13/02/11

Mobilitazione nazionale “Se non ora, quando?”

Domenica 13 febbraio in tutte le principali città d’Italia e d'Europa, il gentil sesso scende in piazza. Come dire, quando è troppo, è troppo.

Nel nostro paese risiedono circa 30milioni di donne, con le più diverse ambizioni, pensieri, passioni e l’amore con cui, buona parte di loro, si dedica alla cura di casa, marito e figli.
Secondo il Global Gender Gap Report, nella classifica mondiale per la parità dei sessi, l’Italia si piazza ad un vergognoso 74esimo posto, vicino a Bangladesh , Bolivia  e Madagascar.Dati statistici rilevano che solo il 46% delle donne riesce a concludere, a fatica, un contratto di lavoro, talvolta con la paura che una gravidanza possa portare al licenziamento.
Far firmare la lettera di dimissioni in bianco per poter comodamente sbarazzarsi di lavoratrici donne nel caso aspettino un bambino, purtroppo è una deplorevole pratica sempre meno isolata.Ci sono poi, casi in cui la donna è costretta a lasciare il posto di lavoro, dopo il primo, o peggio, il secondo figlio poiché lo Stato, ora come in passato, non è in grado di garantire un’assistenza adeguata alle madri lavoratrici. Da questa grave mancanza, ne consegue la sistemazione dei piccoli in asili nido, quasi sempre privati, giacché dell’attesa d’ammissione ai pubblici, si potrebbe anche morire.

Le discriminazioni che subiscono le donne in maternità, sono diverse e quasi mai denunciate poiché talmente diffuse che rientrano nella routine della vita lavorativa femminile.
Ho potuto constatare casi di donne, che tornate al lavoro dopo aver avuto un bambino, sono state licenziate o rimpiazzate da una new entry che di figli non voleva neanche sentir parlare e che soprattutto, si concedeva alle avances del titolare. This is Italy!…
Proprio dal caso poc’anzi messo in evidenza, si evince la sciagurata situazione di un paese intero.
Il mostrarsi così disponibili nei confronti di qualcuno che economicamente o con altri mezzi puo’ facilitare l’affermazione personale, è proprio quello che traspare dalle squallide vicende pubbliche, tristemente note.Sotto questo punto di vista, l’Italia è la vergogna d’Europa ed è inaudito, soprattutto, il fatto che ci siano uomini e donne che giustificano questo modo di fare come “affari che appartengono essenzialmente alla vita privata e sessuale di singoli soggetti”.
Le donne che studiano, lavorano sodo, faticano per affermarsi nei loro campi professionali, sono molto spesso denigrate proprio da quest’accezione della donna che nel nostro paese s’è andata affermando.
La donna è rappresentata da mass-media ed alcuni personaggi pubblici, come un oggetto di scambio sessuale ed una misera porzione di donne ne approfitta per avere “vita facile”, fortuna che la maggior parte di noi non è cosi.
Ed è proprio per questo che è stata indetta per domenica 13 febbraio una manifestazione nazionale, affinché tutte noi, presa coscienza dell’assurda condizione nella quale involontariamente ci ritroviamo, potremmo manifestare il nostro dissenso.
Donne, facciamo vedere chi siamo, tutte, nessuna esclusa.

                                                                                                                                
La natura ha dato alle donne un tale potere che la legge ha giustamente deciso di dargliene poco.
  Samuel Johnson

Eleonora Pochi
Fonte : Fuori le Mura 

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