Una raccolta firme per chiedere al governo di retrocedere dall’impegno d’acquisto miliardario di cacciabombardieri. Si chiede anche una stretta alla spesa militare, l’unica che non conosce crisi.
Un mese di rilevanti iniziative di mobilitazione per diramare la campagna “Taglia le ali alle armi”, promossa da Sbilanciamoci!, Tavola della Pace, Rete Italiana per il disarmo e Unimondo, che mira a bloccare l’acquisto da parte del governo italiano di 131 cacciabombardieri F-35 prodotti in Usa. Un piano da 15 miliardi, l’ennesimo investimento per la guerra, l’unico business che non ha mai conosciuto crisi.
Nel bilancio di previsione per il 2012, è riservata al Ministero della Difesa una spesa di € 20.005.254.128, che a dispetto di qualsiasi altra voce di spesa pubblica, tende ad aumentare nel biennio 2013-2014. In altre parole, l’Italia ha speso e continua a sborsare oltre due miliardi di euro al mese in spese militari.
Nel biennio 2009-2010 il nostro paese ha esportato armi leggere per oltre un miliardo di euro, raggiungendo, più o meno direttamente, aree in cui l’Italia stessa ha dispiegato soldati e carri armati in nome della pace, oppure paesi in cui si registrano gravi violazioni dei diritti umani, trasgredendo, come se niente fosse, leggi nazionali e trattati internazionali. Solo in Libia, sono arrivate armi, realizzate da aziende italiane, pari a 8 milioni di euro che sono state utilizzate tanto dai rivoluzionari quanto dal regime.
Per chiedere al governo di fare marcia indietro sulla questione degli F-35 e di ridurre le spese militari, sono già state raccolte migliaia di firme ed il 25 febbraio è prevista una giornata di mobilitazione in oltre 100 città italiane per sottoscrivere l’appello. La consegna delle firme al governo avverrà in occasione della manifestazione indetta il 1° marzo a Roma. In occasione dell’incontro-start up della fase più incisiva della campagna per il disarmo e la riduzione delle spese militari, attiva già dal 2009, il presidente dell’associazione Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini, ha sottolineato in merito al maxi acquisto bellico: “La costruzione di un avvenire di nonviolenza parte anche dalle scelte concrete di disarmo e riduzione delle spese militari ed è quindi naturale che chi lavora quotidianamente in questa prospettiva sia tra i primi a muoversi contro questo mastodontico progetto d’armamento costosissimo, contrario allo spirito della nostra Costituzione e forse anche inutile militarmente”.
I tagli al welfare e l’innalzamento delle imposte, giustificati dalla crisi, sono visibili e fin troppo tangibili per gli italiani. Occorre rendersi conto che ci sono decine di miliardi che il governo utilizza per finanziare guerre “umanitarie” per “esportare la democrazia” ed armare fino ai denti il nostro esercito. Se una cosa la Storia deve insegnarci, è che nessuna guerra ha mai portato pace, casomai ha innestato odio e disumanità sia nei soldati che uccidono per sopravvivenza, sia nelle vittime, annichilite da traumi fisici e psicologici indelebili. Tornando ai 15 miliardi di spese militari di un paese a rischio default, è opportuno considerare che potrebbero essere dirottati su voci di spesa da tempo in evidente sofferenza, quali per esempio occupazione, istruzione e ricerca, che senz’altro apporterebbero un contributo positivo per la ripresa dell’economia. “Con i 15 miliardi da spendere per gli F-35 potremmo costruire 45 mila asili nido pubblici – ha fatto notare Giulio Marcon, portavoce di Sbilanciamoci! -, creando oltre 200 mila posti di lavoro oppure mettere in sicurezza le oltre 13 mila scuole italiane che non rispettano le norme antisismiche e quelle antincendio”. Oltre la campagna per gli F-35 c’è la decennale opposizione, da parte di tutte le associazioni promotrici, ad ogni investimento bellico perché il conflitto armato è “il più grave crimine contro l’umanità” ed affinché l’Onu riesca davvero a “risparmiare alle generazioni future il flagello della guerra”.
Info sulla campagna
www.sbilanciamoci.org
www.perlapace.org
www.disarmo.org
Eleonora Pochi
Fonte: Fuori le Mura
Nessun commento:
Posta un commento