Due cooperanti italiani rapiti, una in Algeria, l'altro in Pakistan, sui quali istituzioni e media fanno troppa poca luce


Altro nome, stessa storia. Giovanni Lo Porto, trentaseienne palermitano, è stato rapito lo scorso 19 gennaio a Multan, in Pakistan. Il cooperante operava nel sud del Punjab, nell’ambito di un progetto che prevedeva la costruzione di alloggi per famiglie rimaste senza casa a causa di un violento alluvione. Anche di lui, non se ne sa nulla. Una vaga e poco chiara rivendicazione da parte di un presunto comandante militare talebano ha contribuito solamente ad ingarbugliare la faccenda. Giovanni è stato prelevato dalla sede dell’Ong Welt Hunger Hife(Aiuto alla fame nel mondo) insieme ad un collega tedesco, nel distretto di Multan della provincia del nord ovest pachistano.
Sia di Giovanni sia di Rossella non ci sono notizie. Due italiani che si dedicano con cuore e cervello a chi è in difficoltà, dai quali si dovrebbe anzitutto imparare la capacità di ‘rimanere umani’, per dirla alla Vittorio Arrigoni, pur vivendo in una società emotivamente annichilita dal mercato. E’ avvilente che gli italiani riescano a fare comunità solo quando si tratta di condividere risultati tangibili oppure quando si vince una partita di calcio.
Eleonora Pochi
Fonte: Fuori Le Mura
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