Anche in metrò si potrà telefonare. Da ora è possibile grazie ad un accordo siglato dal Comune di Roma con i quattro giganti della telefonia mobile, Tim, Vodafone, Wind e 3Italia, che prevede la copertura del servizio sull’intera linea A entro il 2012 . “Un opportunità che non poteva essere rinviata” secondo Alemanno, soddisfatto del passo in avanti per raggiungere il livello di competitività tecnologica di molte capitali europee. Secondo quanto dichiarato dall’assessore capitolino alla Mobilità, Antonello Aurigemma, si tratterebbe di un servizio a costo zero per l’amministrazione comunale, che frutterà ad Atac circa un milione di euro l’anno. Non si sa più da dove far cassa.
I municipi romani sono allo stremo, non si hanno più fondi per garantire ai cittadini servizi sociali essenziali quali assistenza ai disabili e agli anziani, asili nido e mense scolastiche. “I municipi di Roma sono oggi ridotti alla completa paralisi – s’apprende dalla dichiarazione congiunta dei presidenti municipali -. Privi di risorse economiche e di personale cercano di fronteggiare il malessere dei romani assicurando il governo dei territori in condizioni ormai disperate. Non si aprono le scuole e asili nido ormai pronti e disponibili ad accogliere i nostri bambini”. Gli amministratori municipali reclamano fondi stanziati da tempo, ma mai pervenuti. Alemanno ha definito “presuntuosa” la protesta dei minisindaci.
Ma torniamo alla nostra cara metropolitana. Sono bloccati i lavori per il prolungamento della metro B1 oltre Conca d’Oro, per la tratta Jonio-Bufalotta, poiché il Comune di Roma non ha rispettato l’impegno, assunto con un’ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, di finanziare il progetto attraverso valorizzazioni immobiliari, per un ammontare di 650 milioni di euro. Le aree in questione non sono neanche state ancora stimate.
Anche per la Metro C i cantieri sono stati bloccati: “Siamo in attesa di 135 milioni di euro per lavori già eseguiti e di 80 milioni destinati alla linea C. La tratta San Giovanni-Colosseo è di fatto bloccata per questo” ha dichiarato l’Ad di Roma Metropolitane. I mancati finanziamenti comunali, ma anche regionali e statali, recintano di nastro segnaletico cantiere dopo cantiere e scaturiscono una catastrofe occupazionale. I sindacati Feneal, Uil, Filca, Cisl, Fillea, Cgil hanno annunciato l’arrivo di un’ondata di licenziamenti collettivi del Consorzio Metro C, già a partire dallo scorso 30 settembre: “Colpirà 90 lavoratori. Nei primi giorni di ottobre – s’apprende dalla nota – partiranno i licenziamenti anche per la linea metropolitana B1, la cui prima ondata coinvolgerà ulteriori 40 lavoratori. Prende dunque corpo lo spettro di una vera e propria emorragia occupazionale nella città di Roma”.
Ma gli operai dell’underground non sono certamente i soli ad essere licenziati in massa. Fanno loro compagnia, prendendo in considerazione solo la scorsa settimana, i 90 operatori della Croce Rossa italiana, che ha causa della cessazione dell’accordo tra Ares 118 e Cri, saranno licenziati in quanto verranno chiuse numerose postazioni 118 nelle zone periferiche della Capitale e in provincia. Come non considerare, infine, quei 257 operatori sociosanitari del San Raffaele di Velletri, licenziati in massa. Questi sono dati che riguardano esclusivamente la scorsa settimana. Una capitale che giorno dopo giorno assapora il gusto della povertà, ma tutto sommato con l’iPhone in metro ci si può svagare. Si aggirano i problemi di una realtà romana sempre più amara, offrendo una caramella.
Eleonora Pochi
Fonte: Fuori le Mura
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