Il 15 ottobre non è una comune giornata di protesta, di quelle che oramai ogni giorno abitano legittimamente le strade della Capitale. Non è neanche una mobilitazione esclusivamente nazionale, come quelle che hanno riversato milioni di italiani in piazza. E’ un qualcosa di più grande. E’ la rivolta dell’Occidente, di quella parte di mondo sulla quale il capitalismo sta manifestando l’altro lato della medaglia, sulla quale un sistema economico ha prevalso sulla democrazia.
Le misure d’austerità imposte dai governi, subordinati al volere del Fmi, Bce e Ue, non sono solo ingiuste per la popolazione, provocando tragiche conseguenze sulle condizioni e la qualità della vita quotidiana di tutti, ma fin dal principio sono destinate a fallire. L’intento dell’austerity è di eludere il default, che provocherebbe il crollo delle banche e delle grandi aziende, finora nutritesi di bolle speculative, e non di assicurare il bene comune. I Signori del profitto hanno causato la crisi economica e finanziaria più profonda dal 1929, delegando ai cittadini il pagamento di un debito mai contratto, e preservando loro la via della povertà, dell’instabilità economica, sociale e psicologica a causa della crisi. Le vie di molte metropoli, prima tra tutte Atene, sono sempre più popolate da senzatetto, uomini affamati, persone bisognose di cure mediche ed assistenza.
Il cosiddetto divario tra Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo sta man mano colmandosi, ma non, come era auspicabile, grazie allo sviluppo di questi ultimi, quanto per l’involuzione del “Nord del mondo”. Proprio quei Paesi che la iena capitalismo ha sbranato fino all’osso, man mano ci assomigliano. Chissà perché.
Gente d’Europa, d’America ed altre regioni del mondo, il 15 ottobre, prenderà le strade e le piazze con l’intento di dare inizio ad una forte e chiara resistenza pacifica, di fronte a classi
dirigenti che agiscono nell’interesse di una ristretta oligarchia, ignorando clamorosamente volontà e reali esigenze di miliardi di cittadini. C’è bisogno di un’altra economia, un’altra società e soprattutto di una democrazia vera.
Gli americani che hanno visto pignorate le loro case dallo Stato a causa dell’insolvenza dei loro prestiti, quei milioni di persone nel mondo che non hanno più un tetto sulla testa colpevoli di non esser riusciti a pagare una rata del proprio mutuo, chi è costretto a scegliere tra cibo o medicine perché non ha abbastanza soldi per avere entrambi oppure i ragazzi indebitati già prima di iniziare a lavorare pur di pagarsi gli studi, sono episodi che dimostrano i frutti della semina capitalista.
United for Global Change è il nome del movimento globale ed il Coordinamento 15 ottobre sta occupandosi dell’organizzazione nazionale della giornata che convergerà a Roma. La manifestazione partirà il prossimo sabato alle 14.00 da piazza della Repubblica e sfilerà per le principali strade della Capitale fino ad arrivare in piazza San Giovanni. Non ci resta che aspettare il prossimo sabato. People of the world, rise up.
Eleonora Pochi
Fonte: Fuori le Mura
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