La manovra economica prevede lacrime e sangue per la Capitale
Dalle misure previste nella manovra economica spicca l’imponente salasso verso la Capitale e dintorni. I cittadini romani saranno costretti a pagare, nei prossimi quattro anni, oltre 3.650 euro all’anno tra aumento dell’Iva dal 20 al 21 percento, aumento dell’Irpef, blocco dell’aumento degli stipendi per i dipendenti pubblici e tagli ingenti agli enti locali. Previsione, quella resa pubblica dal presidente della Provincia di Roma, studiata in base agli ultimi aggiustamenti economici dettati dal governo e che riserva lacrime e sangue per il territorio: “Un colpo durissimo e drammatico alle famiglie e alle imprese” sottolinea Nicola Zingaretti. Dura reazione anche dall’assessore al bilancio di palazzo Valentini: “Una riduzione degli investimenti a causa della quale il prossimo anno potremmo spendere solo 37 milioni – spiega Antonio Rosati -, con un inevitabile crollo della qualità dell‘edilizia scolastica e della manutenzione stradale”. Non è tutto.
Il taglio agli enti locali, pari a ben 2,6 miliardi di euro, provocherà un’inevitabile indebolimento dei servizi rivolti alla collettività, quali assistenza sanitaria e trasporto pubblico. “Oggi il costo di un biglietto è di un euro, un euro e mezzo – ha commentato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno -, un costo sociale assicurato dai trasferimenti che vengono dallo Stato. Se questi finanziamenti vengono tagliati come previsto non saremo più in grado di garantirlo”.
Non bastavano le metrò strapiene, gli autobus cronicamente in ritardo, i treni regionali puntualmente soppressi ad accompagnare le giornate dei cittadini di Roma e dintorni; ora si rischia di dover andare a lavoro in tandem mentre gli impiegati di palazzo Chigi godono ognuno di una costosa e disponibilissima schiera di auto blu a spese dello Stato, ossia degli stessi cittadini ai quali vengono sottratti servizi pubblici di base ed aumentate le tasse. “Il governo sta mettendo pesantemente le mani in tasca ai cittadini – osserva Zingaretti -, ma solo ad alcuni, quelli che le tasse le pagano già e che utilizzano i servizi pubblici, il bus per andare a lavorare o gli ospedali, perché non hanno alternative. E’ uno schifo – conclude il presidente della Provincia di Roma -, una vergogna, che in una situazione del genere il governo si preoccupi di salvaguardare gli stipendi dei parlamentari”. “E io pago” diciamo noi.
Il taglio agli enti locali, pari a ben 2,6 miliardi di euro, provocherà un’inevitabile indebolimento dei servizi rivolti alla collettività, quali assistenza sanitaria e trasporto pubblico. “Oggi il costo di un biglietto è di un euro, un euro e mezzo – ha commentato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno -, un costo sociale assicurato dai trasferimenti che vengono dallo Stato. Se questi finanziamenti vengono tagliati come previsto non saremo più in grado di garantirlo”.
Non bastavano le metrò strapiene, gli autobus cronicamente in ritardo, i treni regionali puntualmente soppressi ad accompagnare le giornate dei cittadini di Roma e dintorni; ora si rischia di dover andare a lavoro in tandem mentre gli impiegati di palazzo Chigi godono ognuno di una costosa e disponibilissima schiera di auto blu a spese dello Stato, ossia degli stessi cittadini ai quali vengono sottratti servizi pubblici di base ed aumentate le tasse. “Il governo sta mettendo pesantemente le mani in tasca ai cittadini – osserva Zingaretti -, ma solo ad alcuni, quelli che le tasse le pagano già e che utilizzano i servizi pubblici, il bus per andare a lavorare o gli ospedali, perché non hanno alternative. E’ uno schifo – conclude il presidente della Provincia di Roma -, una vergogna, che in una situazione del genere il governo si preoccupi di salvaguardare gli stipendi dei parlamentari”. “E io pago” diciamo noi.
Eleonora Pochi
Fonte: Fuori le Mura
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