“E’ stato violato il diritto internazionale”, ha dichiarato oggi Navy Pillay, alto commassario Onu per i Diritti Umani, in riferimento al massacro della popolazione civile della Striscia, aggiungendo che “questi attacchi non sembrano affatto accidentali”.
Si tratta di violazioni delle norme stabilite dalla IV Convenzione di Ginevra per la protezione delle persone civili in tempo di guerra. La presente convenzione, così come gran parte della normativa internazionale a tutela dei Diritti Umani, fu stipulata nel 1949, subito dopo le atrocità commesse durante la seconda Guerra mondiale, per stabilire regole precise in riguardo ai conflitti armati, in particolare per la protezione dei civili.
L’articolo 15 della suddetta convenzione stabilisce che “Ognuna delle Parti in conflitto potrà, sia direttamente, sia per il tramite di uno Stato neutrale o di un ente umanitario, proporre alla Parte avversaria la costituzione nelle regioni dove si svolgono combattimenti, di zone neutralizzate destinate a porre al riparo dai pericoli dei combattimenti, senza distinzione alcuna, le persone seguenti:
a) i feriti e i malati, combattenti, o non combattenti;
b) le persone civili che non partecipano alle ostilità e che non compiono alcun lavoro di carattere militare durante il loro soggiorno in dette zone. Non appena le Parti in conflitto si saranno intese su l’ubicazione geografica, l’amministrazione, il vettovagliamento e il controllo della zona neutralizzata prevista, sarà stabilito per iscritto e firmato dai rappresentanti delle Parti in conflitto un accordo, che fisserà l’inizio e la durata della neutralizzazione della zona”.
Il bombardamento della scuola UNRWA a Beith Hanoun e poi l’attacco di un’altra scuola delle Nazioni Unite a Jabaliya rappresentano violazioni del presente articolo. Non ci sono zone neutralizzate in tutta la Striscia in cui i civili possano essere al sicuro. Tra le vittime molti bambini. “Nulla è più vergognoso che attaccare dei bambini mentre dormono” ha dichiarato in merito Ban Ki-moon, segretario generale Onu. Il 77% delle vittime dell’operazione militare israeliana in atto, sono civili.
L’articolo 16 riguarda la tutela dei feriti e dei malati: “I feriti e i malati, come pure gli infermi e le donne incinte fruiranno di una protezione e di un rispetto particolari. Per quanto le esigenze militari lo consentano, ognuna delle Parti in conflitto favorirà i provvedimenti presi per ricercare i morti o i feriti, per soccorrere i naufraghi e altre persone esposte ad un grave pericolo e proteggerle contro il saccheggio e i cattivi trattamenti”.
Dall’inizio dell’operazione Protective Edge, l’IDF ha bombardato quattro ospedali: l’European General Hospital, l’ospedale di Al Aqsa, quello di Beit Hanoun e quello di Gaza City, Al Shifa. Medici senza Frontiere, presente sul campo, ha espresso più volte la grave illegalità alla base di questi attacchi militari: “Un membro del nostro staff internazionale si trovava nell’edificio (Al Shifa, ndr) quando l’ambulatorio dell’ospedale è stato bombardato - denuncia Tommaso Fabbri, capo missione di MSF in Palestina -. Al Shifa è il quarto ospedale colpito dall’8 luglio. Attaccare gli ospedali e le aree circostanti è del tutto inaccettabile e rappresenta una grave violazione del diritto internazionale umanitario. In qualunque circostanza, e soprattutto in tempo di guerra, le strutture sanitarie e il personale medico devono essere protetti e rispettati. Ma oggi a Gaza gli ospedali non sono il rifugio sicuro che dovrebbero essere”.
In riguardo al soccorso umanitario d’emergenza, c’è l’articolo 20: “ Il personale regolarmente ed unicamente adibito al funzionamento o all’amministrazione degli ospedali civili, compreso quello incaricato della ricerca, della raccolta, del trasporto e della cura dei feriti e malati civili, degli infermi e delle puerpere, sarà rispettato e protetto”.
Sono tristemente note la difficoltà che gli operatori umanitari stanno incontrando in questi giorni. Oltra agli ospedali, sono state bombardate ambulanze e non sono state rispettate le tregue umanitarie, necessarie alla ricerca e al trasposto di feriti e cadaveri. Il video del ragazzo palestinese ucciso mentre con altri operatori cercava feriti sotto le macerie, ha fatto il giro del web.
Inoltre, secondo il New Weapons Research Committee, gruppo di scienziati che studia gli effetti delle armi non convenzionali sulle persone nel medio e lungo periodo, “ Israele sta sperimentando nuove armi non convenzionali contro la popolazione civile di Gaza”. Fosforo bianco, DIME (Dense Inert Metal Explosive) e ordigni termobarici. Mads Gilbert, medico norvegese operativo nell’ospedale di Shifa, a Gaza City, ha fatto notare che “moltissime persone possiedono ferite sospette, che dimostrano l’uso di armi illegali”.
Eleonora Pochi
Fonte: Nena News
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