Presentato il rapporto annuale Istat, cinque volumi che analizzano la situazione di imprese, famiglie, lavoro ed economia del nostro paese. Dai dati, come facilmente intuibile dalla quotidianità, si evince la fotografia di un'Italia infausta, in un contesto europeo che dal secondo dopoguerra non aveva mai toccato il fondo come ora. La grande recessione del ventunesimo secolo ha piegato il nostro paese, già indebitato e corrotto prima della crisi. Enrico Giovannini, presidente dell'istituto di statistica, ha tenuto a precisare però che “la ricchezza di cui dispongono le famiglie, un tessuto produttivo robusto e flessibile, l'ampio ricorso alla cassa integrazione, il rigore nella gestione del bilancio pubblico, le reti di aiuto informale sono gli elementi che spiegano perché la caduta del reddito prodotto, la più forte tra i grandi paesi industrializzati, non si è trasformata in una crisi sociale di ampie dimensioni”.
Almeno finora quel poco di ammortizzatori sociali hanno contenuto lo scoppiare di una profonda crisi sociale ed è proprio riflettendo sulle considerazioni di Giovannini che ci si chiede cosa succederà quando il temporaneo sostegno statale a disoccupati e cassaintegrati cesserà, dato che gli ammortizzatori sociali non vengono elargiti in eterno.
Almeno finora quel poco di ammortizzatori sociali hanno contenuto lo scoppiare di una profonda crisi sociale ed è proprio riflettendo sulle considerazioni di Giovannini che ci si chiede cosa succederà quando il temporaneo sostegno statale a disoccupati e cassaintegrati cesserà, dato che gli ammortizzatori sociali non vengono elargiti in eterno.
Dall'analisi emerge che nel biennio 2009-2010 501mila giovani sotto i trentanni hanno perso un impiego, sempre più donne sono escluse dal mercato del lavoro o costrette ad uscirne per sopperire alle carenze di assistenza statale: “Oltre la metà delle interruzioni del lavoro per la nascita di un figlio non è il risultato di una libera scelta. Sono infatti circa 800mila – si apprende dal rapporto - le madri che hanno dichiarato di essere state licenziate o messe in condizione di doversi dimettere, nel corso della loro vita lavorativa, a causa di una gravidanza".
Implementano la 'lista nera' un risparmio nazionale pari al 9,1% ed un tasso di crescita dello 0,1%, a causa di una paralisi dell'attività economica ed ovviamente della domanda di lavoro, insufficiente a riassorbire l'esercito di disoccupati, sempre più numeroso. Va da sé il calo di reddito e consumi.
Circa 15milioni di cittadini, un italiano su quattro, sono sulla soglia della povertà. Nel 2010 il 5,5% degli italiani non ha avuto soldi per comprare il cibo, oltre il 16% ha dovuto indebitarsi per arrivare a fine mese e l'11% non ha potuto curarsi per ragioni di mancanza di denaro.
Il presidente dell'Ente, conclude la presentazione del rapporto annuale, auspicando che sussistano “la coesione di intenti, la chiarezza degli obiettivi, la mobilitazione dell'opinione pubblica e della società civile , per affrontare i nodi esistenti e moltiplicare gli effetti benefici di decisioni coordinate."
Eleonora Pochi
Fonte: Parolibero
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